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La struttura Chirurgia maxillo-facciale dell’AOU di Novara, diretta dal professor Matteo Brucoli, dal 2000, anno in cui ha iniziato l’attività, ad oggi è diventata una struttura di riferimento per l’intero quadrante del Piemonte Orientale, in grado di  attrarre pazienti anche dalla vicina Lombardia e da altre regioni d’Italia.

Dei circa 600 interventi eseguiti ogni anno dalla struttura, un terzo riguardano fratture delle ossa facciali cui si aggiungono le prestazioni attinenti ad ogni fase della clinica: dalla diagnosi sino al follow-up dei pazienti precedentemente ricoverati.

 “La nostra è una specialità medico chirurgica che si focalizza sulle problematiche della struttura e della funzione dei mascellari e dei suoi problemi funzionali, dei denti, della bocca e della faccia – spiega Matteo Brucoli –In particolare gli ambiti di cui ci occupiamo sono la traumatologia cranio maxillo-facciale, le malformazioni dento-scheletriche, le malocclusioni, la patologia orale e delle articolazioni temporo-mandibolare, l’oncologia del cavo orale e delle ossa facciali e la chirurgia ricostruttiva».

La multidisciplinarietà è uno dei punti di forza del reparto che conta su uno staff di sei specialisti e cinque medici in formazione specialistica.

«C’è una stretta collaborazione e condivisione con l’otorinolaringoiatria, la chirurgia plastica, la neurochirurgia, l’ortopedia, ma anche la radioterapia, l’oncologia e l’odontostomatologia».

Un impegno, quello dell’équipe medica di Chirurgia maxillo-facciale, sostenuto anche dall’impiego di nuove tecnologie. Una di queste è una tecnica per la costruzione di modelli tridimensionali solidi grazie all’impiego di una stampante 3D, che permette di pianificare al meglio gli interventi e di ridurre i tempi operatori, migliorando così la qualità delle prestazioni.

Questa metodica viene prevalentemente utilizzata per la pianificazione degli interventi ricostruttivi oncologici microchirurgici e i traumi orbitari.