Presso la Struttura di Medicina Nucleare dell’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della carità” diretta dal dott. Gian Mauro Sacchetti è stato effettuato il primo trattamento con Radio 223 in un paziente affetto da carcinoma prostatico con metastasi scheletriche e non più responsivo alla terapia ormonale. E’ un ulteriore elemento che qualifica ancora di più l’azienda ospedaliero-universitaria, già all’avanguardia per la chirurgia robotica.

«Il Radio 223 – spiega il dott. Sacchetti – è un radiofarmaco considerato innovativo che emette particelle alfa a elevatissima energia che si concentrano elettivamente nelle sedi ossee metastatiche ottenendo una marcata riduzione del dolore fino alla sua scomparsa. Inoltre, studi clinici, hanno dimostrato che all’effetto antalgico si associa in questi pazienti un significativo incremento della sopravvivenza. La terapia con Radio 223 non presenta effetti collaterali significativi e si effettua per via endovenosa nell’ambito di un protocollo osservazionale a carattere internazionale in regime di Day Hospital, in stretta collaborazione con la Struttura di Oncologia Medica ( dott.ssa Alessandra Mosca, prof. Oscar Alabiso). Il paziente dopo poche ore dal trattamento può tornare al suo domicilio senza dover osservare particolari restrizioni nella sua vita quotidiana. I risultati della terapia in termini di miglioramento della sintomatologia vengono costantemente monitorati dai medici di Medicina Nucleare e di Oncologia Medica».

Le terapie con radiofarmaci rappresentano un ulteriore passo avanti nella cura dei tumori alla prostata: oggi la mortalità è scesa del 36% e nove pazienti su dieci superano la malattia, guariscono o ci convivono per molti anni, talvolta persino decenni. Un obiettivo raggiunto attraverso diagnosi sempre più precoci e attraverso l’utilizzo di nuovi farmaci, ma anche attraverso un approccio multidisciplinare, dove diverse competenze concorrono verso l’obiettivo comune di migliorare le prestazioni fornite ai pazienti.