Novara 15 febbraio 2018 - All’inizio dell’anno era stato avviato, all’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara un Centro di accoglienza, indirizzo e supporto al paziente con diabete mellito (Cai-Dm), il primo del Piemonte. L’obiettivo era quello di fornire un servizio in grado di garantire, direttamente o indirettamente, tramite risorse umane, tecnologiche e strutturali, l’intero percorso di cura del paziente affetto da Diabete Mellito, una sorta di porta di ingresso alle cure e il centro di riferimento organizzativo per il paziente neo-diagnosticato per diabete mellito (di qualsiasi tipo), con diabete mellito noto e comparsa di complicanze mediche di varia natura, con diabete mellito noto e problematiche “amministrative” legate alla malattia.
L’attività del Cais-Dm si svolge all’interno del Dipartimento Medico dell’AOU, diretto dal dottor Mauro Campanini, l’organico è costituito dal personale infermieristico e amministrativo che fa capo alla SCDU di Endocrinologia (referente assistenziale: sig.ra Cinzia Fenini) e da personale medico della SCDU di Endocrinologia (Direttore Prof. Gianluca Aimaretti), SCDU Medicina Interna 1 (Direttore: Prof. Mario Pirisi), SCDO Medicina Interna 2 (Direttore: Dott. Mauro Campanini) e SSVD di Medicina Interna di Galliate (Direttore: Dott. Maurizio Dugnani) che a rotazione ne garantirà l’operatività.
Dopo sole quattro settimane è già possibile stilare un primo bilancio: sono stati registrati 163 accessi ma 12 pazienti prenotati (7.3%) non si sono presentati alla visita e quindi le visite effettive sono state 151. Mediamente ci sono state 38 visite a settimana, 8 visite al giorno.
Le “prime visite” sono state 43: «In 18 casi – spiega il prof. Gianluca Aimaretti, coordinatore del Cais-Dm – ci sono stati nuovi riscontri di diabete (12% del totale, 42% delle prime visite). Negli altri casi si è trattato di pazienti con diagnosi già nota di diabete ma che fino ad allora erano stati seguiti solo dal proprio curante o da altri centri diabetologici (ad esempio pazienti che si sono trasferiti o che venivano seguiti in altre Regioni o Stati esteri) o di pazienti che hanno effettuato per la prima volta un accesso al nostro centro ma in assenza di valori laboratoristici non era ancora stata effettuata diagnosi di diabete. Mi pare un inizio buono, che risponde alle richieste dell’utenza, ci permette di lavorare con maggiore tranquillità e di fornire risposte di cura efficaci».