82 BANNER

Novara, 27 settembre 2021 – Il Centro Trapianto Renale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara rappresenta una delle strutture più all’avanguardia sul territorio nazionale per il progetto di donazione da vivente, con inizio di tale attività nel 2003, a 5 anni di distanza dall’apertura del Centro avvenuta nel 1998.

«Il numero totale di trapianti renali eseguiti a Novara è di 1433, di cui 152 da donatore vivente: solo dal 2015 abbiamo eseguito 95/152 trapianti da vivente a testimonianza della crescita esponenziale del programma – spiega il prof. Vincenzo Cantaluppi, direttore della Struttura Nefrologia e trapianto renale – All’Aou di Novara sono attivi tutti i programmi di trapianto da vivente compresi gli ABO incompatibili (contro gruppo sanguigno) e pre-emptive (esecuzione del trapianto prima della dialisi). Inoltre, da circa due anni, nonostante le difficoltà organizzative causate dalla pandemia Covid-19, il Centro di Novara è entrato nel circuito nazionale e internazionale della Kidney-paired donation o “trapianto cross-over” promosso dal Centro Nazionale Trapianti (CNT) e riservato a pazienti con problemi immunologici che non consentono la donazione diretta da parte dei familiari, grazie proprio al volume di attività del centro».

Il trapianto renale da donatore vivente rappresenta oggi la migliore terapia per l’insufficienza renale cronica avanzata. La possibilità di organizzare in modo precoce gli esami necessari sia per donatore che per ricevente e la programmazione dell’intervento chirurgico sono i capisaldi della sicurezza della procedura e dei dati della letteratura che mostrano una sopravvivenza dell’organo migliori proprio per i reni trapiantati da donatore vivente.

Come per il trapianto da donatore deceduto, il programma di trapianto da vivente vive e cresce grazie alla collaborazione di diverse equipe di professionisti all’interno dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara: Nefrologia, Urologia, Chirurgia Vascolare, Anestesia e Rianimazione, personale delle sale operatorie, Psicologia dei Trapianti e molti altri specialisti per problematiche varie che i pazienti devono affrontare prima e dopo il trapianto.

Precisa il direttore generale, dott. Gianfranco Zulian: «Siamo orgogliosi e grati ai nostri professionisti che integrati in rete con dedizione prendono in carico il paziente e il donatore accompagnandolo attraverso un percorso di ritorno alla salute e al benessere».

«Un cardine di questo programma trapiantologico – dichiara ancora il prof. Cantaluppi – è legato alla minima invasività e sicurezza del donatore che si raggiunge tramite il prelievo del rene per via laparoscopica e, in alcuni casi, il trapianto di rene robotico, oltre che a un programma di stretto follow-up sia del donatore che del ricevente che inizia già prima della donazione/trapianto con l’esecuzione di test specifici (es. scintigrafia renale dinamica, valutazione GFR radioisotopico, Riserva Funzionale Renale dopo carico proteico) eseguiti in pochi centri trapianti sul territorio nazionale».