Novara, 27 gennaio 2016: l’acquisizione dell’Argon laser a “caschetto” per il trattamento della retinopatia del neonato prematuro, è stata resa possibile grazie al contributo della Fondazione Banca Popolare di Novara (33.000 euro).

Lo strumento, utilizzato dagli specialisti della struttura complessa di Oculistica, diretta dal dottor Stefano De Cillà, si inserisce nel progetto per l’individuazione ed il trattamento precoce della retinopatia del neonato pretermine e si aggiunge infatti e completa l’apparecchiatura Ret Cam 3, a disposizione della struttura complessa “Neonatologia e patologia neonatale”, diretta dalla dottoressa Federica Ferrero, frutto della raccolta fondi promossa da NEO-N che ha saputo coinvolgere, in questo caso, la fondazione BPN per il territorio.

Nascere prima del tempo significa essere fragili e a rischio per una lunga serie di complicanze che il neonatologo ben conosce e che sa di non poter affrontare da solo.
La costruzione di un team multidisciplinare in grado di affrontare ogni aspetto della nascita pretermine è essenziale per poterla gestire con successo.
Tra le complicanze più invalidanti ci può essere la compromissione permanente della capacità
visiva a causa della retinopatia della prematurità (ROP) che è la principale causa di cecità nei bambini al di sotto dei 6 anni nei paesi industrializzati, quelli in cui sopravvivono neonati di età gestazionale sempre più bassa.
Retinopatia della Prematurità (ROP)
La Retinopatia della Prematurità (ROP) è una malattia ischemico-vasoproliferativa che interessa i nati pretermine.
Essa costituisce una delle patologie più insidiose e gravi per i neonati soprattutto quelli di bassa età gestazionale e di basso peso alla nascita.
Attualmente, in tutto il mondo, viene segnalata una diminuzione dell'incidenza di ROP nella fascia di età gestazionale 28-32 settimane, grazie al miglioramento globale dell'assistenza perinatale che ha individuato nella prevenzione la strategia principale.
La diagnosi di tale complicanza richiede visite oculistiche puntuali e assidue per poter eseguire il trattamento in maniera tempestiva e ottenere così i migliori risultati terapeutici possibili.
Quando la retinopatia assume uno stadio di gravita preoccupante, e talvolta ciò accade in modo repentino e imprevisto, diventa necessario e urgente l'intervento di laserterapia.

Argon laser a “caschetto”
L’Argon laser a “caschetto”, consiste in un oftalmoscopio indiretto munito di laser. L’oftalmoscopio permette attraverso l’utilizzo di particolari lenti, di esplorare l’intera superficie retinica dal polo posteriore fino all’estrema periferia.
Attraverso l’utilizzo del laser associato all’oftalmoscopio indiretto è possibile curare i pazienti in sala operatoria. Ciò rende possibile il trattamento in sedazione dei neonati affetti da retinopatia del pretermine (ROP) e degli adulti durante interventi di chirurgia vitreo retinica.
La finalità del laser è quella di “bruciare” le aree retiniche ischemiche, in modo da evitare l’instaurarsi di una serie di fenomeni che portano alla formazione di neovasi patologici, i quali possono determinare un distacco di retina.
Bruciando la retina ischemica, si riducono i livelli di Vascular endothelial growth factor (VEGF) e si blocca l’evoluzione della malattia.
Diverse sono le problematiche retiniche che possono determinare ischemia e necessitare un trattamento argon laser: nel bambino le cause più importanti sono la Retinopatia della prematurità (ROP) e la malattia di Coats.

Il laser a “caschetto” ad oggi è il gold standard nel trattamento della ROP.
Assieme alla Ret Cam rappresenta lo strumento indispensabile per la completa ed ottimale gestione della retinopatia del prematuro.
L’apparecchiatura RETCAM munita di telecamera, consente di fornire immagini fotografiche del fondo oculare e di effettuare anche la fluorangiografia.

«L’esame fluorangiografico mediante Ret Cam3 è fondamentale non solo a livello diagnostico, ma soprattutto nella gestione terapeutica. Infatti è possibile selezionare e valutare nel tempo i casi da trattare mediante argon laser, che è il gold standard nella cura della ROP – spiega il dott. Stefano de Cillà, responsabile della Struttura complessa di Oculistica – E’ un elemento indispensabile per la valutazione oftalmologica del bambino prematuro, ciò permetterà di stabilire una piena sinergia tra i reparti di patologia neonatale e di oculistica, che consentirà di eseguire e completare l’iter diagnostico e terapeutico nell’ospedale di Novara. ».

“Grazie all’importante acquisizione dello strumento per poter eseguire la terapia laser, e alla collaborazione tra i team dei reparti di Neonatologia e Oculistica del Maggiore, – aggiunge la dott.ssa Federica Ferrero, responsabile della Neonatalogia e Patologia Neonatale – sarà finalmente possibile completare il percorso diagnostico e terapeutico della ROP senza più trasferire neonatiancora molto piccoli presso il centro di Torino, con evidente beneficio sia per i piccoli pazienti, che spesso presentano un’instabilità cardiorespiratoria che può aggravarsi nel corso del trasporto, sia per i loro genitori, che non saranno più costretti a subire i disagi emotivi ed economici legati al trasferimento in un’altra città”.

“La Fondazione Banca Popolare di Novara per il territorio – afferma il Presidente, avvocato Franco Zanetta – si è affiancata all’Azienda Ospedaliera e Universitaria Maggiore della Carità nel completamento della dotazione per la prevenzione e la cura delle più comuni e serie patologie della retina nei neonati, mettendo a disposizione il proprio contributo per l’acquisizione di questo importante strumento laser per intervenire e risolvere le principali cause di cecità nell’infanzia. Si tratta di un ulteriore tassello nel rapporto che da oltre ottant’anni lega la Banca Popolare di Novara al nosocomio cittadino”.

“In tre anni abbiamo saputo raggiungere questo importante obiettivo – dichiara Kosmè De Maria, presidente dell’associazione – e per questo ringraziamo pubblicamente tutti i sostenitori, tutti i donatori e gli associati”.