La donazione all’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di un’apparecchiatura (Ret Cam) all’avanguardia in Italia per la diagnosi della retinopatia del neonato prematuro, una patologia che spesso porta alla cecità ha permesso in pochi mesi di raggiungere importanti risultati, grazie alla collaborazione tra i team dei reparti di neonatalogia e di oculistica: sono stati sottoposti a valutazione retinica mediante Ret Cam 30 neonati, di cui 28 prematuri e due nati a termine; tre di questi sono stati sottoposti a trattamento laser.
L’acquisizione della Ret Cam e del relativo Argon laser a “caschetto” sono state rese possibili dall’intervento di ‘Neo-N’, l’associazione che affianca il reparto di neonatalogia, che ha coinvolto tre aziende novaresi (Igor Gorgonzola, Comoli Ferrari ed Electronic System), la Fondazione Comunità del Novarese e la Fondazione Bpn.
«La retinopatia del pretermine è tra le conseguenze più frequenti in caso di nascita fortemente prematura – spiega il dott. Stefano De Cillà, responsabile della Struttura complessa di Oculistica – Si verifica infatti nel 20% dei casi e se non viene tempestivamente diagnosticata ed eventualmente trattata può determinare la compromissione permanente della capacità visiva. Nel nostro Centro tutti i neonati gravemente prematuri con peso inferiore a 1500 grammi vengono sottoposti a controlli oculistici con la Ret Cam. Sempre con la stessa apparecchiatura di si esegue la Fluorangiografia e così è possibile determinare quali neonati debbono essere sottoposti a trattamento laser, che avviene appunto grazie all’Argon “a caschetto”».
«Grazie a Ret Cam e caschetto laser è finalmente possibile completare il percorso diagnostico e terapeutico della retinopatia del pretermine al “Maggiore”, con benefici evidenti per i piccoli pazienti che non devono essere sottoposti allo stress del trasporto sia per i loro genitori che non dovranno subir ei disagi emotivi ed economici legati al trasferimento in un altro ospedale» afferma la dott.ssa Federica Ferrero, responsabile della Struttura complessa di Terapia intensiva neonatale.
Kosmè De Maia, presidente di “Neo-N” aggiunge: «Il progetto Ret Cam è stato sicuramente il progetto più difficile da portare a termine per l'associazione Neo-n, in quanto il costo dell'apparecchio era molto elevato e i tempi per l'acquisto brevi. In tante occasioni abbiamo pensato di abbandonare, di pensare a qualcosa di diverso, ad un obiettivo più facile da raggiungere, ma quando come volontari entravamo nel reparto, quando si conoscevano i piccolissimi ospiti del reparto di patologia e le loro famiglie allora non si avevano più dubbi e così abbiamo continuato a credere nel progetto. E infine come in un meraviglioso puzzle di solidarietà tutti i pezzi si sono incastrati alla perfezione e la Ret Cam insieme al caschetto e al laser per le operazioni sono arrivati una mattina in Terapia intensiva neonatale. Subito dopo tutto si è svolto come in una favola, grazie alla grande professionalità dei medici del reparto di Patologia Neonatale e ai medici oculisti la Ret Cam è stata utilizzata e si è salvata la vista di piccole vite. Questo per Neo-n è una soddisfazione impagabile, che ci spinge a continuare e a credere che stiamo andando nella giusta direzione».