Novara, 5 novembre 2015 – La direzione generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara ha conferito al professor Piero Stratta, il titolo onorifico di Primario Emerito per l’impegno sempre profuso con eccellenti risultati nell’attività assistenziale e scientifica e per il prestigio arrecato all’Ospedale di Novara.

Piero Stratta, professore ordinario di Nefrologia presso il dipartimento di medicina traslazione dell’università del Piemonte orientale e direttore del dipartimento di nefrologia trapianto renale dell’Azienda ospedaliero- universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, dal 1° novembre scorso ha infatti cessato la sua attività professionale con la certezza di avere contribuito a creare a Novara un centro di riferimento accademico e clinico nel campo della nefrologia.
Torinese classe 1945, Piero Stratta si è laureato nel ’70 all’Università di Torino. La sua docenza a vari livelli nel campo della Nefrologia è iniziata nel 1972. Ha ricoperto ruoli chiave all’interno della Società italiana di nefrologia e ha diretto per anni la Scuola di specializzazione di Nefrologia nelle università di Torino e del Piemonte Orientale. Ha al suo attivo centinaia di pubblicazioni scientifiche.
Il Centro trapianti di Novara guidato da Piero Stratta è coinvolto in programmi collaborativi internazionali, in Europa e negli Stati Uniti, volti all’ottimizzazione degli schemi terapeutici per favorire la maggior durata possibile all’organo trapiantato e per prevenire complicanze, ma molti altri sono gli ambiti di ricerca attivati in sinergia con studiosi dell’università del Piemonte orientale e di altre università italiane e straniere.

Il Centro di trapianto renale dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, fondato allora dal professor Giuseppe Verzetti, è stato attivato il 4 novembre 1998 col primo trapianto ed ha avuto nell’urologo Bruno Frea e nel chirurgo vascolare Franco Nessi i primi chirurghi pionieri esecutori.
Negli anni successivi il Centro ha avviato programmi sempre più complessi e di avanguardia nel settore, promuovendo, accanto al tradizionale programma di rene singolo da donatore deceduto, il trapianto da donatore vivente (2003) il doppio trapianto di rene (2004), il trapianto da vivente prima della dialisi (2005), il trapianto da donatore vivente con prelievo laparoscopico( 2006 ), metodica introdotta a Novara dall’urologo, professor Carlo Terrone, ed infine, nell’estate dello scorso anno è stato attivato il programma regionale di trapianto da donatore deceduto anche per pazienti con insufficienza renale cronica, prima dell’avvio della dialisi.
L’insieme di tutte queste attività ha consentito di raggiungere l’11 aprile dello scorso anno il traguardo prestigioso dei 1000 trapianti dalla sua istituzione, il che testimonia la continuità di una attività che è rimasta ogni anno (fig.1) ai massimi livelli nazionali ed internazionali ed è sempre proseguita con l’ impegno e la determinazione degli operatori dell'Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità, che hanno ottenuto in questo settore risultati di assoluta eccellenza.
Le statistiche del Centro nazionale trapianti collocano infatti il Centro del “Maggiore” ai primissimi posti come sopravvivenza dei pazienti e dei reni a breve e lungo termine. Grazie alla qualità dell’équipe guidata dal professor Stratta, dal 2000 a oggi il Centro di Novara è divenuto il terzo centro Italiano di trapianto di rene, dopo le “Molinette” di Torino e il “Sant’Orsola” di Bologna, con dati che lo collocano tra i pochi centri italiani di livello europeo e con performance ben superiori a quelle di realtà ospedaliere e universitarie molto più grandi e di più antica tradizione.

Presso l’Azienda ospedaliero – universitaria partecipano direttamente a questa attività le strutture di Chirurgia Vascolare, Urologia, Emodialisi e Anestesia e Rianimazione.
E’ indispensabile un ottimo livello organizzativo di interazione globale in quanto un programma di questo genere, per poter essere attuato con successo, richiede una stretta collaborazione tra componente universitaria ed ospedaliera, un elevato livello di tutte le attività sia cliniche che dei servizi di accertamento diagnostico ed un accurato programma formativo, di preparazione e di insegnamento.
In questo senso è fondamentale il ruolo della Scuola di medicina e chirurgia e dalla Scuola di specializzazione in nefrologia dell’università del Piemonte orientale, ma sono assolutamente indispensabili i programmi di ricerca clinica e di base e le correlazioni scientifiche nazionali ed internazionali, che consentono di mantenere all’avanguardia l’attività e di progredire in questo come in tutti gli altri settori della medicina.

Il primo momento fondamentale del trapianto nasce sempre dalle donazioni, per le quali nel territorio novarese c’è sempre stata molta attenzione tanto da portare, anche quest’ anno, la Rianimazione dell’Azienda, diretta dal professor Francesco Della Corte, a primeggiare in ambito regionale per segnalazione ed utilizzazione delle donazioni.
Tuttavia per fronteggiare i momenti di riduzione delle donazioni è necessario, non solo mantenere sempre alta l’attenzione della popolazione e perseverare nei programmi informativi e formativi, ma anche valutare programmi alternativi.
E’ questo il caso dell’implementazione dei trapianti di rene da donatore vivente, anche prima dell’avvio della dialisi, programma ad elevata qualificazione destinato in particolare ai riceventi più giovani, ma non solo.
Anche nel settore del trapianto di rene da donatore vivente il Centro di Novara si sta proponendo all’avanguardia: nel 2014 è risultato essere il terzo centro italiano per questo tipo di trapianti ed ad oggi ne sono già stati effettuati complessivamente 66.
Si tratta di un aspetto innovativo che richiede preparazione e dedizione, con particolare attenzione all’ informazione ai pazienti, ai medici di base ed agli specialisti nefrologi , anche attraverso filmati esplicativi come quello già presentato dall’Azienda a tutta la popolazione lo scorso anno e accessibile sui canali di Youtube.
Altri programmi di studio e di operatività nel trapianto di rene stanno proseguendo , ad esempio il progetto finalizzato al tentativo di superare le barriere immunologiche, quali il trapianto ABO incompatibile e la desensibilizzazione dei pazienti iperimmuni, tutti settori che il Centro di Novara sta valutando con attenzione per entrare nei prossimi mesi nella fase operativa.
Anche in tema di terapia i progressi sono costanti soprattutto negli schemi immunodepressori utilizzati. Molto ci si attende in un futuro anche dalle cellule staminali, che nel trapianto di rene potranno avere un ruolo nodale in un settore di ricerca nel quale la Nefrologia dell’Università del Piemonte orientale lavora in stretta collaborazione sia con l’Università di Torino che con altri Centri di ricerca nazionali ed internazionali.

 

PROSPETTO ANDAMENTO ATTIVITA’