27 Luglio 2022 14:00
Novara, 27 luglio 2022 -L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il 28 luglio la giornata mondiale dell’epatite, con l’intento dichiarato di attirare l’attenzione su questo che, sebbene non se ne parli molto, resta uno dei maggiori problemi di salute pubblica, infatti, ancora oggi nel mondo ogni 30 secondi una persona muore per le conseguenze dell’epatite B o C.
La stessa OMS ha dunque posto agli stati membri obiettivi molto ambiziosi relativi al controllo delle nuove infezioni (-90%) e alla riduzione della mortalità da cirrosi e cancro del fegato legate all’epatite B e C (-65%).
Questi obiettivi dovrebbero essere raggiunti, afferma l’OMS, entro il 2030.
L’epatite C, va ricordato, è quasi sempre asintomatica, ed è divenuta facilmente curabile con terapie semplici da assumere ed estremamente efficaci.
Quest’anno la giornata dell’epatite coincide significativamente con i primi mesi della campagna di screening nazionale per l’epatite C, che è volta a sottoporre a test, oltre a soggetti a rischio come carcerati e utenti dei SerD, tutti i nati tra il 1969 e il 1989.
Nell’ambito di questa campagna di screening, a Novara l’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità è impegnata a offrire il test a chi lo richiedesse e soprattutto a prendere in carico rapidamente e a curare chi scoprisse di avere contratto l’infezione.
Dal 2014 sono infatti circa 1500 le persone seguite dagli epatologi della Struttura complessa a direzione universitaria Medicina Interna 1, diretta dal professor Mario Pirisi, trattate con i nuovi regimi nei quali non si fa uso di interferone.
Il tasso di successo è stato quasi del 100%: insomma al Maggiore, grazie anche a eventi come la giornata dell’epatite, gli obiettivi dell’OMS paiono davvero a portata di mano.