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Novara, 12 marzo 2021 – Si sono conclusi i lavori di ampliamento e riorganizzazione del Pronto Soccorso dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara con la realizzazione di un nuovo percorso di pre-triage e triage e di un ambulatorio e di una camera Covid: l’intervento rientra nel cosiddetto “Progetto Arcuri” per potenziare le strutture sanitarie durante la pandemia-Sars Cov2 ed è stato finanziato con 400 mila euro.

«Infatti l’allora commissario straordinario aveva individuato (10 novembre scorso) l’Aou di Novara come soggetto attuatore di due interventi, finanziati con i fondi per l’emergenza epidemiologica Covid 19 – afferma il direttore generale dell’Aou, il dott. Mario Minola – Oggi presentiamo la conclusione del primo, risultato di una progettazione ‘creativa’ del Servizio di gestione tecnico-economale diretta dall’ing. Vincenzo Bruno condivisa con il direttore della Struttura complessa di Medicina e chirurgia d’urgenza e accettazione il prof. Giancarlo Avanzi, che ha trasformato due cavedi in spazi sanitari fruibili. Il secondo intervento, finanziato con oltre 2 milioni di euro e che prevede la realizzazione di una nuova terapia intensiva e di una nuova terapia sub intensiva sopra l’attuale sede del Pronto Soccorso, è in fase avanzata di progettazione e verrà concluso entro la fine dell’anno. Grazie alla collaborazione del Comune di Novara, inoltre, è in avanzata progettazione anche un ulteriore ampliamento dell’area dedicata al pronto Soccorso, là dove ora è installata la tenda Cri».

«In questa fase di emergenza è necessario separare il percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti che accedono al Pronto Soccorso con sintomi sospetti per patologia Covid-19 da quello degli altri pazienti al fine di garantire una maggiore sicurezza a chi vi accede – spiega il prof. Giancarlo Avanzi – Pertanto, è risultato indispensabile procedere alla ristrutturazione dei locali Dea per garantire la possibilità di metter in atto tali percorsi separati, garantendo in oltre le distanze di sicurezza tra i pazienti che stazionano in Pronto Soccorso».

Pre-Triage  – Al fine di creare percorsi distinti per pazienti Covid-19 o sospetti tali è istituita una postazione di Pre-Triage con vetrata che servirà ad indirizzare i pazienti Covid-19 positivi o sospetti verso il percorso loro dedicato.

Triage e accoglienza dei pazienti Covid-19 – I pazienti sospetti o sicuramente affetti da Covid saranno inviati, con percorso specifico, ad un’area di triage Covid dove verranno accolti e successivamente visitati presso l’area Covid+. La via di accesso a questa postazione è separata dalle altre vie di accesso dei pazienti non-Covid. La zona di visita Covid+ è ora dotata di un’area di degenza temporanea, chiamata Obi-Covid, dotata di 5 letti monitorati corredati delle più moderne tecnologie.

Triage ed accoglienza pazienti Covid negativi – I pazienti non-Covid potranno accedere al Pronto Soccorso attraverso il percorso tradizionale, dove vengono sottoposti a triage come da consuetudine.

«La Shock Room o sala Rossa, con la ristrutturazione, è stata ampliata ed è ora dotata di 3 postazioni in più, monitorate e corredate dalle più moderne tecnologie anche di supporto respiratorio – aggiunge il prof. Avanzi –  Questo ci consente di avere un’area  dove assistere i pazienti più gravi in attesa della loro definitiva collocazione nei reparti o all’interno dei nostri letti di sub intensiva, realizzati grazie alla Fondazione De Agostini. In buona sostanza il Pronto Soccorso dell’Aou di Novara è ora dotato di spazi più ampi per curare e stabilizzare i pazienti Covid+ e non-Covid con letti altamente tecnologici e monitoraggio sofisticato di tutti i parametri vitali oltre alla dotazione delle più moderne tecnologie per terapie infusive e somministrazione di 0ssigeno ad alti flussi e con ventilazione non invasiva».

«L’intervento realizzato – sottolinea l’ing. Bruno – consente una prestazione impiantistica di altissimo livello, paragonabile a quella degli ambienti operatori. Infatti la portata dei gas medicali è stata aumentata per sopperire all’erogazione di ossigeno ad “alti flussi”; il ricambio d’aria è ampiamente superiore ai requisiti previsti dall’accreditamento, e la macchina di trattamento dell’aria è stata dotata di filtrazione assoluta, con terminali completi di filtrazione elettrostatica ai raggi Uv.

L’obiettivo è stato raggiunto grazie a tutti gli operatori che hanno lavorato anche nel fine settimana, a volte nottetempo, in condizioni notevolmente complicate dal cercare di limitare i disagi ai reparti confinanti».