Le malattie neurologiche sono in progressivo aumento nei paesi sviluppati dell’Occidente. L’invecchiamento della popolazione si ritiene abbia un ruolo determinante nello sviluppo di queste patologie, unitamente allo stress al quale ognuno di noi quotidianamente è sottoposto.
Le neoplasie al cervello e le altre patologie che devono essere trattate chirurgicamente, pur rappresentando una parte minore delle malattie neurologiche, hanno un costo sociale ed economico elevato. Al personale specializzato ed alle apparecchiature e farmaci costosi si aggiungono i tempi più lunghi di degenza e, molto spesso, percorsi riabilitatori che determinano ulteriori costi e disponibilità di centri specializzati nel recupero.
Interventi chirurgici più efficaci e sicuri, terapie di minore durata, riduzione o azzeramento di dannosi effetti collaterali e contenimento delle condizioni invalidanti postoperatorie, supporti psicologici alla persona colpita e a chi la sostiene nel percorso rieducativo, sono le condizioni da garantire per ottenere importanti risultati sia sul piano sanitario che a livello sociale.

Presso la struttura complessa di Neurochirurgia “Enrico Geuna” dell’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara, diretta dal dottor Gabriele Panzarasa, vengono effettuati circa 1200 interventi chirurgici ogni anno, 500 dei quali al cervello; di essi 200 sono eseguiti con neuro-navigazione (tecnica essenziale per una prestazione neurochirurgica di qualità). Altri 700 riguardano la spina dorsale e i nervi periferici.
Gli interventi chirurgici effettuati con tecniche di monitoraggio introperatorio già ora costituiscono una percentuale significativa (circa il 16%).

La fondazione Amici della Neurochirurgia, presieduta dal dottor Gianni Formaggio è nata un paio di anni fa con il patrocinio della fondazione Comunità del Novarese.
E’ un’associazione di volontariato che ha come finalità la promozione del progresso della cultura neurochirurgica attraverso l’organizzazione di manifestazioni scientifiche ed il supporto all’attività della struttura di Neurochirurgia dell’Azienda. Il sodalizio con il reparto dell’ospedale è stato fortemente voluto dai medici e dal personale infermieristico della struttura oltre che da numerosissimi ex-pazienti.

La fondazione ha avviato ora un progetto di raccolta fondi denominato “Una sala operatoria ibrida” finalizzato all’acquisizione di una Tomografia computerizzata (TC) integrata al neuronavigatore da donare alla Neurochirurgia dell’AOU di Novara.

Il progetto sarà presentato venerdì 23 ottobre 2015, alle ore 19.00 presso il “Tenimento al Castello” di Sillavengo in occasione di un incontro durante il quale il maestro Federico Sacchi ed il maestro Stefano Giannini allieteranno la serata con un “Excursus dalla musica vocale del 600 a De Andrè”.

La Neurochirurgia di Novara utilizza il sistema di navigazione intraoperativa Brain-lab già da una decina di anni; il sistema si rivela utilissimo nel localizzare le lesioni cerebrali, così da definire con precisione l’incisione cutanea e la craniotomia e giungere direttamente sulla lesione, rendendo gli interventi più mirati, radicali e sicuri per il paziente e anche per il chirurgo.

Per aumentare il livello di accuratezza nell’aggressione delle varie patologie encefaliche è stato ora messo a punto il sistema di “sala operatoria ibrida” che prevede ampi monitor a parete (che rendono possibile la fusione di immagini di angiografia, TC, RMN, ecografia), TC intraoperatoria a 32 slices (adatta per encefalo e colonna vertebrale) e lettino operatorio radiotrasparente.
La TC interoperatoria permette di eseguire scansioni di buon dettaglio sia durante che alla fine dell’intervento ed è utilizzabile sia per la patologia celebrale che per la patologia spinale.

La futura disponibilità di una “Sala operatoria ibrida” porterà significativi vantaggi.
Infatti l’utilizzo della TC durante l’intervento cranico permette al chirurgo di valutare esattamente e in tempo reale dove è localizzata la lesione, a che punto è l’asportazione e quanta lesione vi è ancora da rimuovere; consente di “ ritarare” la neuro navigazione man mano che l’operazione procede rendendo più sicura ma anche più incisiva l’asportazione chirurgica anche in aree cerebrali particolarmente funzionali (ad esempio le aree del linguaggio, e quella motoria, quella visiva).
Al termine dell’asportazione chirurgica, la scansione TC può evidenziare l’eventuale residuo tumorale che, nel caso in cui si tratti di neoplasia maligna, può essere direttamente trattato con la radioterapia intraoperatoria ( IORT).
Negli interventi sulla colonna vertebrale ( cervicale, dorsale e lombare), la TC intraoperatoria permette di misurare con estrema precisione la lunghezza, la direzione e il calibro dei peduncoli vertebrali e quindi di
scegliere le viti più adatte da utilizzare, di definire e seguire la traiettoria delle viti man mano che avanzano nei peduncoli e nei corpi vertebrali e, se è necessario, rimuovere parti ben precise di vertebra.
Con questo ausilio vengono azzerati i rischi di lesione del midollo spinale e delle radici nervose o dei grossi vasi arteriosi e venosi ( specialmente a livello toracico) e si riducono notevolmente i tempi operatori.