Novara, 12 novembre 2018 - Proseguendo nell’obiettivo di umanizzare il più possibile l’attività sanitaria, l’azienda ospedaliero-universitaria di Novara, pur tenendo conto dei limiti dell’attuale sede, presenta due significative iniziative giunte a compimento in questi giorni e finanziate interamente con risorse proprie e realizzate dalla struttura Gestione tecnica economale, diretta dall’ing. Vincenzo Bruno.

Psichiatria
La cura del disagio psichico avviene necessariamente attraverso la relazione che coinvolge pazienti, famigliari, infermieri, medici. Sulla base di questa premessa, la Scdu Psichiatria dell’Aou Novara, diretta dalla prof.ssa Patrizia Zeppegno, da tempo si occupa dei pazienti con un approccio di riabilitazione precoce, che prevede il loro coinvolgimento in attività di gruppo che si svolgono già nel contesto del reparto per acuti, quando possibile fin dai primi giorni del ricovero. Lo scopo delle attività di riabilitazione precoce non è solo il sostegno delle funzioni cognitive di pazienti con patologia psichiatrica grave, ma anche e in primis favorire le capacità relazionali. Ciò avviene attraverso la partecipazione ad attività che fanno parte del quotidiano delle persone: a partire dalla lettura del giornale al mattino, all’ascolto di musica e canzoni, alla visione di film, alla redazione del giornalino della clinica psichiatrica, alla lettura della fiaba della buonanotte che si conclude con una camomilla calda…
Nell’ottica della cura centrata sulla persona, della necessaria considerazione di aspetti correlati tanto alla “cure” che al “care”, e della umanizzazione delle cure in una prospettiva in cui la relazione è strumento terapeutico e terapia in se stessa, la presenza del giardino della SC Psichiatria aggiunge un nuovo, importante tassello a quanto già in essere presso il nostro Reparto.
Condizioni climatiche permettendo, alcune delle attività di riabilitazione precoce potranno essere effettuate nel giardino: ad esempio la lettura del giornale, il gruppo redazione ed il gruppo canto. Ma anche altre potranno essere effettuate in questo spazio, da quelle più “ricreative”, come prendere il caffè in un contesto gradevole e fare due passi all’aperto, a quelle con una valenza maggiormente terapeutica, come ad esempio il risveglio muscolare, progetto che attualmente rappresenta un “work in progress”, un tassello di un progetto più globale finalizzato alla salute fisica ed alla qualità di vita del paziente con disturbo psichiatrico nell’ottica della recovery.
Credendo nella profonda importanza dello “Spirito del Luogo”, avere a disposizione, nel contesto di un reparto di Psichiatria per acuti, uno spazio a dimensione “umana” è di per sé un fondamentale strumento terapeutico per chi si trova ad abitarlo.
Il giardino ha una superficie di circa 45 mq; è stato realizzato in tre mesi, con un costo di 7 mila euro.

 

Oncologia
Nell’ambito della riorganizzazione degli spazi e dell’attività all’interno della Scdu di Oncologia diretta dal gennaio 2018 dalla prof.ssa Alessandra Gennari, la nuova sala d’attesa soddisfa una delle esigenze più sentite in quanto consente di accogliere i pazienti, il cui numero è progressivamente aumentato negli anni, in un ambiente più ampio rispetto alla precedente sala, più luminoso e confortevole.
Un intervento che non va sottovalutato: in quanto luogo d’accoglienza e primo ambiente incontrato dagli utenti è determinante nella formazione del giudizio del paziente sul luogo di cura e nell’instaurazione del rapporto di fiducia tra paziente e struttura che lo accoglie, contribuendo innanzitutto ad alleviare il sentimento di inevitabile disorientamento che si prova, soprattutto nell’ambito sanitario e nel contesto di una patologia quale quella oncologica dai complessi risvolti psicologici.
La nuova sala d’attesa è direttamente connessa con gli sportelli del Centro accoglienza e servizi e dell’Accettazione infermieristica dove il personale dedicato prende in carico il paziente al suo arrivo e lo guida nel percorso di cura quotidiano.

Parte dell’arredo è stato donato dalla prof.ssa Maria Grazia Buschini, in memoria del marito, il prof. Luca Malagutti, a lungo in cura presso la struttura di Oncologia, che si è avvalsa anche dei consigli professionali dell’architetto Andrea Bertinotti.

Il nuovo spazio consentirà inoltre di prevedere e organizzare attività di intrattenimento sotto la supervisione della psiconcologa dott.ssa Sara Rubinelli, non solo per i pazienti ma anche per gli accompagnatori, al fine di gestire e ridurre l’ansia dell’attesa e la fatica emotiva che questa comporta.
Anche una semplice sala d’attesa contribuisce a realizzare quel progetto di umanizzazione delle cure, ossia quel processo di sensibilizzazione nei confronti dell’utenza che ha l’obiettivo di rendere gli ambienti più ospitali e i rapporti con gli operatori più umani. Non esiste medicina che non contempli oltre alla parte scientifica anche quella umana e il paziente oncologico ha sicuramente bisogno della ricerca e dell’accesso alle cure innovative, ma anche di un'adeguata accoglienza.
La nuova sala d’attesa è di circa 50 mq ed è costata 70 mila euro.