Novara, 5 aprile 2017 –  Il progetto “Empowerment e Umanizzazione degli Ospedali” definito dal Ministero e fatto proprio dalla Regione Piemonte, cui l’azienda ospedaliero-universitaria di Novara aveva aderito volontariamente, si è concluso per il “Maggiore” con una valutazione sopra la media regionale tra le dieci aziende sottoposte all’analisi. Il progetto è diventato poi nel 2015 obbligatorio per tutte le Aziende Sanitarie piemontesi.
L’obiettivo era quello di perseguire il miglioramento della qualità dei servizi offerti e dei rapporti con il paziente in termini di umanizzazione (ovvero servizi più vicini alle esigenze dei pazienti), empowerment (ovvero coinvolgimento e partecipazione attiva del paziente) ed equità (ovvero uguaglianza di trattamento).
E’ stato costituito un Gruppo di Lavoro misto composto da 5 volontari individuati e formati da Cittadinanza Attiva (che raggruppa le associazioni di volontariato) e coordinati dall’ing. Bruno Franco Ferraris, dell’Associazione per la Tutela dei diritti del malato di Novara e da 3 referenti aziendali, allo scopo incaricati dalla direzione dell’Aou. Il percorso di realizzazione è durato tre anni ed ha previsto 144 punti di valutazione.
«Il primo passo – spiega Ferraris – era individuare e schedulare l’esistente per quanto riguardava i processi assistenziali e organizzativi orientati alla specificità della persona, accessibilità e vivibilità dei luoghi di cura, accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza e infine cura della relazione con il paziente/cittadino. Il secondo era definire il possibile piano di miglioramento ed il terzo momento è stato la verifica di quanto realizzato e individuazione delle criticità da sistema con tempistiche correlate».
«Il piano di miglioramento ed i relativi obiettivi sono stati individuati come prioritari dalla direzione: la centralità del paziente è stato il valore aggiunto del progetto» conferma Maria Carmela La Marca, indicata dall’Aou come referente del Progetto.
«Nel suo complesso, l’azienda ospedaliero-universitaria di Novara, pur con le problematiche logistiche e strutturali (ambientali) correlate alla vetustà degli edifici, è stata in grado di superare queste difficoltà. I progetti di miglioramento e la loro realizzazione hanno trovato una soddisfazione sufficientemente elevata, tenuto conto che in questi tre anni di lavoro la Regione era in piano di rientro e dunque alcuni adeguamenti erano impossibili da realizzare a causa dei vincoli economici. Ma attenzione e sensibilità non sono mancate» aggiunge Ferraris.
«E’ stato costruttivo questo modo di lavorare – afferma La Marca – perché noi operatori abituati alla routine possiamo non accorgerci di alcune situazioni ma l’occhio di persone esterne all’azienda ha consentito di mettere in evidenza alcuni problemi che ci sfuggivano. La ricerca di soluzioni condivise ha rappresentato un punto di forza nella riuscita del progetto».
Uno dei punti più critici ha riguardato l’ambito informatico, in cui è indispensabile un intervento di coordinamento a livello regionale per meglio definire la piattaforma comune a tutte le aziende.
Conferma Ferraris: «In Piemonte ci sono più di cento strutture, tra pubbliche e private accreditate e ognuna ha un suo proprio sistema informatico che quasi sempre non “dialoga” con gli altri. La Regione, giustamente, sta cercando di omogeneizzare i sistemi informatici, per arrivare ad un sistema comune».