La tecnica del linfonodo sentinella (LS) nella terapia chirurgica del carcinoma mammario con metodica istologica classica è stata messa a punto presso l’Istituto Europeo di Oncologia1 ed è diventata procedura standard a livello internazionale nella pratica clinica a partire dal 2003.
Presso il nostro laboratorio è entrata in uso dall’anno 2004.

La metodica del LS si basa sul principio secondo il quale le cellule tumorali che penetrano nel circolo linfatico da un determinato distretto anatomico si localizzano nella prima stazione linfatica di drenaggio denominata appunto “linfonodo sentinella”.
Così, l’identificazione di tale linfonodo, la sua asportazione e la sua analisi risultano fondamentali nel processo decisionale di ablazione chirurgica dei linfonodi del cavo ascellare, situati a valle del LS: in caso di localizzazione metastatica al linfonodo sentinella infatti non si può escludere che cellule tumorali siano migrate a valle, mentre in caso di negatività, tale ipotesi può essere ragionevolmente esclusa.
Ne consegue che, in quest’ultimo caso, ci si può astenere dalla esecuzione della linfadenectomia ascellare, evitando possibili complicanze chirurgiche, tra cui, la più temibile, il linfedema brachiale.
I laboratori di Anatomia Patologica sono direttamente coinvolti in questo percorso clinico, dovendo esaminare il LS e formulare una diagnosi.

Le modalità di analisi di LS sono essenzialmente due, quella tradizionale istologica che, come detto risale ai primi anni 2000 e quella molecolare, di più recente introduzione.

Con la prima si applicano protocolli di diagnosi posticipata su materiale fissato ed incluso in paraffina, che prevedono l’allestimento di numerosi preparati (fino ad esaurimento del linfonodo incluso) e conseguente prolungato impegno di personale.
Questa procedura richiede per ogni linfonodo circa cinque ore di lavoro di un tecnico di laboratorio e non meno di due di un patologo. Considerato che in caso di negatività dell’indagine istologica tradizionale su preparati colorati con ematossilina/eosina si richiede un’ulteriore indagine immunoistochimica, un tempo ragionevole di risposta va considerato di almeno cinque giorni lavorativi.
Di conseguenza la paziente viene sottoposta ad un primo intervento chirurgico in cui si asporta il quadrante mammario e contestualmente il LS; in caso di positività di quest’ultimo la paziente deve essere richiamata e nuovamente sottoposta ad intervento chirurgico di asportazione del cavo ascellare. Questa metodica quindi, pur accreditata di un’alta sensibilità e specificità2, ha un impatto economico negativo (due interventi con conseguenti degenze) e soprattutto, essendo la risposta dilazionata nel tempo è inevitabilmentefonte di ansia per la paziente. 

Con la seconda metodica indicata come “One Step Nucleic Acid Amplification”(OSNA), è possibile condurre nel corso dell’intervento di asportazione del tumore la contestuale analisi del linfonodo. Tale metodica non consenteil riconoscimento morfologico delle cellule neoplastiche, ma, attraverso una procedura molecolare, permette l’analisi quantitativa di RNA messaggero per la Citocheratina 19, marcatore specifico delle cellule metastatiche del carcinoma mammario. I dati di letteratura indicano una sensibilità e specificità sovrapponibili alla metodica tradizionale3,4,5,6, con l’indubbio vantaggio di fornire la risposta in un unico tempo, contestualmente all’intervento di quadrantectomia, evitando quindi la necessità di un intervento chirurgico dilazionato e il disagio psicologico della paziente.
 

Tabella 1. Comparazione tra metodica istologica tradizionale e OSNA per LS di carcinoma mammario

 

 
Metodica istologica tradizionale
OSNA
Tempo risultato differito : 5 giorni lavorativi circa
 
Intraoperatorio: 35-40 minuti
 
In caso di positività di LS: doppio impiego della sala operatoria e doppia anestesia
In caso di positività di LS: impiego in singola seduta della sala operatoria e una sola anestesia
Tecnica operatore-dipendente
Tecnica standardizzata
 
Interpretazione dell’anatomo-patologo
 
Dato analitico strumentale
 
  
L’introduzione in Italia della tecnica OSNA risale al 2008, presso l’Istituto dei Tumori Regina Elena di Roma.
La nostra esperienza (quinto Centro in Italia) è iniziata nel novembre 2010 e, da allora, sono stati esaminati complessivamente 364 LS.
Il grafico sottostante mostra la progressione numerica dei linfonodi processati tramite metodica OSNA.
 
Grafico 1 . Progressione numerica dal 2010 al 2012 (linfonodi - pazienti

 
Grafico 1 . Progressione numerica dal 2010 al 2012
  
 
 

Esami effettuati dal 4/11/10

2010: 22 LNF – 19 PZ
2011: 146 LNF – 131 PZ
2012: 196 LNF – 175 PZ
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ rilevante sottolineare che a regime (2012), il nostro centro, presso il quale operano due divisioni chirurgiche e due divisioni ginecologiche, ha avuto un incremento del 35% del numero di linfonodi processati, rispetto all’anno precedente (2011).
Tenendo conto di una media di 1,2 LS/paziente, ciò corrisponde a 175 nuove pazienti operate per carcinoma mammario presso l’Azienda Ospedaliera “Maggiore della Carità”, contro le 131 pazienti operate nello stesso periodo di tempo nell’anno precedente (vedi grafico).
 
Presentiamo più in dettaglio alcuni dati tecnici per meglio chiarire l’importanza di questa metodica nella gestione delle pazienti affette da carcinoma mammario.
Brevemente la procedura si articola nelle seguenti fasi:
1) analisi macroscopica da parte del patologo del linfonodo sentinella ed eliminazione del tessuto adiposo in eccesso; analisi macroscopica 1 
 

analisi macroscopica 2

 2) pesatura del linfonodo: in caso di LS di   peso inferiore a 50 mg la procedura non  può essere effettuata con metodica molecolare;

 

 

 
 

 analisi macroscopica 3

3) sminuzzamento dell’intero linfonodo e successiva omogeneizzazione, della durata di circa 90 secondi, in modo da ottenere un lisato privo di frammenti - 

 
sminuzzamento dell’intero linfonodo
 
 
 
 
 
4) centrifuga del campione in modo da ottenere tre fasi distinte: fase superiore (grasso), fase intermedia (RNA CK19), fase inferiore (detriti);
 
 
 
 
 
 
 
– diluizione del campione (fase intermedia), successivo caricamento su strumento dedicato (RD-100i, Sysmex) e inizio reazione OSNA;
– amplificazione della durata di circa 16 minuti. La procedura di amplificazione si basa sul principio di analisi turbidimetrica, consistente nella valutazione indiretta del numero di copie di citocheratina 19, attraverso la formazione di precipitato di pirofosfato di magnesio che viene letto tramite raggio laser;
– valutazione quantitativa dell’amplificato;
– comunicazione del risultato alla sala operatoria e successivo referto scritto;
 
I tempi di risposta, dall’arrivo del LS in Anatomia Patologica, sono stati in media di trentacinque minuti.
Le problematiche principali riscontrate sono state di tipo meccanico/strumentale facilmente risolvibili e non di tipo analitico.
Va sottolineato che il tempo medio di lavoro/linfonodo con metodica tradizionale è, come precedentemente indicato, di almeno cinque ore, distribuite su più giorni lavorativi, mentre con metodo OSNA è di trentacinque minuti in corso di esame intraoperatorio.
Ciò ha comportato un risparmio economico sia del laboratorio di Anatomia Patologica sia soprattutto legato al contenimento di costi chirurgici in termini di riduzione dei tempi di intervento e di quelli di degenza7.
La procedura richiede sempre la presenza di un patologo e di due tecnici opportunamente addestrati con un prolungato e specifico tirocinio, tenuto conto della delicatezza dell’esame.
Nel nostro Laboratorio, attualmente il personale tecnico in grado di svolgere tale metodica è composto da sei unità ed è in programma la formazione di altre due unità che verranno addestrate nel corso del 2013.
I risultati ottenuti sono stati possibili grazie alle sinergie tra le divisioni che a vario titolo intervengono nella gestione delle pazienti affette da carcinoma mammario, che, oltre alla Anatomia Patologica, includono la Radiodiagnostica, le due Chirurgie, le due Ginecologie e la Medicina Nucleare, con piena soddisfazione del personale tecnico e medico, ma soprattutto delle pazienti, come sottolineato dal crescente numero degli interventi registrato nell’anno 2012 presso la nostra struttura ospedaliera.
Non va poi trascurato che l’affidabilità della tecnica e l’immediatezza della risposta rappresentano motivo di attrazione verso l’ASO di Novara di pazienti che sarebbero altrimenti invogliate a rivolgersi altrove, anche e forse soprattutto fuori Regione, incrementando il carico economico della mobilità passiva.
 
S.C. Anatomia Patologica
Gabriella Nicosia
 Jlenia Antona
Renzo Boldorini
Bibliografia
1.Veronesi U, Paganelli G, Galimberti V et al. Sentinel lymph node biopsy to avoid axillary dissection in breast cancer with clinically negative lymph-nodes. Lancet 1997, 349: 1864-1867

2.Pietribiasi F, De Rosa G, Arisio R, et al. SIAPEC-IAP Piemonte. Protocol for diagnostic assessmente of sentinel lymph node in breast pathology: a proposal of SIAPEC-IAP, Piemonte Region, Italy. Pathologica, 2006, 98: 167 – 70

3.Tsujimoto M, Nakabayashi K, Yoshidome K.et al. One–step nucleic amplification for intraoperative detection of lymph node matastasis in breast cancer patients. Clin Cancer Res. 2007, 13: 4807 – 16

4.Visser M, Jiwa M, Horstman A, et al. Intra-operative rapid diagnostic method based on CK 19 mRNA expression for the detection of lymph node metastases in breast cancer. Int.J.Cancer 2008, 122: 2562 – 2567

5.Schem C, Maass N, Bauerschlag DO, et al. One–step nucleic acid amplification a molecular method for the detection of lymph node metastases in breast cancer patients; results of the German study group. Virchows Arch. 2009, 454: 203-21

6.Tamaki Y, Akiyama F, Iwase T, et al. Molecular detection of lymph node metastases in breast cancer patients: results of a multicenter trial using the one –step nucleic acid amplification assay . Clin Cancer Res.2009, 15: 2879 – 84

7.Cutress RI, McDowell A, Gabriel FG, et al. Observational and cost analysis of the implementation of breast cancer sentinel node intraoperative molecular diagnosis. J Clin Pathol. 2010;63:522-529