L’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara inaugura oggi, nella Struttura Complessa a direzione universitaria di Radioterapia, diretta dal professor Marco Krengli, il nuovo acceleratore lineare Trilogy, un'apparecchiatura avanzata per il trattamento dei tumori con radiazioni ionizzanti, che va a sostituire il primo acceleratore lineare “Saturno 42” installato a Novara nel 1989, ormai fuori uso.

L’acquisizione del “Trilogy” rappresenta l’ultima tappa dell’importante aggiornamento tecnologico che, grazie ai finanziamenti della Regione e della Fondazione CARIPLO nel 2006 ha visto l’acquisizione dell’acceleratore lineare Clinac 600 Varian e grazie ai contributi della Fondazione BPN per il territorio sempre nel 2006, ha consentito l’acquisto dell’acceleratore lineare “Mobetron” per IORT (radioterapia intraoperatoria), nel 2011 del sistema ultrasonografico IGRT “Clarity Resonant” e nel giugno 2014 della TC per simulazione Aquilion LB Toshiba.

 L’acquisizione di questo acceleratore lineare con tecnologia del tutto innovativa e disponibile solo in alcuni centri di altissima specializzazione nel mondo, è stata resa possibile grazie ai contributi da parte della Fondazione CARIPLO di Milano e da parte della Compagnia di San Paolo, oltre all’erogazione di un finanziamento regionale.

La Struttura Complessa Universitaria di Radioterapia, che gestisce anche l’attività dell’ospedale di Vercelli, afferisce al Dipartimento di Oncologia dell’A.O.U. “Maggiore della Carità” di Novara.
La Radioterapia dell’A.O.U. dispone attualmente di altri 3 acceleratori lineari, di cui 2 a Novara e 1 a Vercelli e tratta ogni anno oltre 1.200 pazienti provenienti non solo dalla provincia di Novara ma anche da quelle vicine e da altre regioni limitrofe.

La struttura di Novara costituisce infatti il centro di riferimento per la cura dei tumori mediante radiazioni ionizzanti, a favore della popolazione del Piemonte orientale (circa un milione di persone) e anche per la parte della vicina Lombardia che, tradizionalmente, afferisce al polo novarese.

L'apparecchiatura appena acquisita è operativa presso gli ambulatori della Radioterapia al piano seminterrato del padiglione C e consentirà di trattare con tecniche altamente sofisticate circa 300 pazienti ogni anno affetti da tumori del distretto capo-collo, del torace e dell'addome.

La peculiarità di questa apparecchiatura è rappresentata dall'elevata precisione, che consente di erogare la dose di radiazioni a volumi molto circoscritti con risparmio dei tessuti sani vicini in un tempo ridotto rispetto ai trattamenti effettuati con tecniche usuali.

Dal punto di vista tecnico questo vantaggio è ottenuto grazie a un collimatore del fascio di radiazioni estremamente performante con lamelle molto sottili che consentono di conformare il fascio in base alla forma del tumore e a un sistema di visualizzazione simile a una tomografia computerizzata che permette di verificare la posizione del tumore stesso con precisione millimetrica.

L'apparecchiatura consente inoltre di ridurre il tempo di ogni seduta di trattamento grazie a due dispositivi: l'erogazione del fascio di radiazioni concomitante a un movimento rotatorio dell'apparecchiatura intorno al paziente e l'impiego di una intensità di radiazione molto elevata.
Questa riduzione dei tempi di trattamento ha una doppia valenza: minor disagio per i pazienti e potenzialmente maggior numero di trattamenti durante la giornata.

L'acceleratore lineare è infine dotato di un sistema a raggi infrarossi che consente di acquisire la posizione della superficie corporea con precisione millimetrica e un dispositivo che può sincronizzare il fascio radiante con gli atti del respiro permettendo una irradiazione ottimale delle lesioni soggette a movimenti respiratori come quelle del polmone e del fegato.

Questa apparecchiatura è operativa anche grazie all'attività della Struttura di Fisica Sanitaria dell’A.O.U., diretta dal dott. Marco Brambilla, che ha provveduto alla calibrazione dei fasci e alla dosimetria garantendo tutti i controlli di qualità necessari al suo corretto funzionamento.

L'attività che si svolgerà grazie alla nuova apparecchiatura non sarà solo di tipo assistenziale legata al trattamento dei pazienti, ma riguarderà anche la ricerca in campo clinico, fisico e radiobiologico e la formazione in particolare nell'ambito della Scuola di Specializzazione in Radioterapia e del corso di laurea per Tecnici di Diagnostica per Immagini e Radioterapia oltre che del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università del Piemonte Orientale.

Con questa tecnologia la struttura di Radioterapia dell’ospedale Maggiore della Carità raggiungerà livelli di qualità tra i migliori attualmente esistenti, consolidando il suo ruolo di importante polo di attrazione sul territorio.