21 Gennaio 2021 10:19
Novara, 21 gennaio 2021 – Guarito dal Covid-19, ha voluto ringraziare l’azienda ospedaliero-universitaria di Novara donando al Pronto soccorso un elettrocardiografico di elevate prestazioni.
«Sono stato all’ospedale di Novara per 28 giorni, 13 dei quali in terapia intensiva – spiega il donatore, Francesco Telesca, residente ad Alessandria – Ho avuto modo di constatare l’alta professionalità ed il calore umano di tutto il personale sanitario e infatti l’Aou è considerato un’eccellenza a livello nazionale».
Una volta dimesso, Francesco Telesca ha scoperto che la moglie Alessandra, non potendo aver nessun contatto diretto, scriveva ogni giorno due/tre lettere che poi ha conservato gelosamente.
«E’ nata così l’idea di raccogliere questo gesto d’amore in un libro e organizzare una raccolta fondi a favore dell’ospedale di Novara – afferma – Il volume tratta dell’aspetto più devastante del Covid-19 e cioè il distacco repentino tra il malato e tutti i suoi affetti e di quanto l’amore, insieme alla medicina, possa essere determinante per lottare contro la malattia. Ho regalato il libro ai miei amici e conoscenti e ho raccolto le loro offerte per poter ricambiare, seppur in minima parte, le attenzioni che tutto il personale mi ha riservato».
La moglie, Alessandra Baraldi, che ha scritto il libro, «al di là dell’aspetto sanitario, mi ha commosso la grande attenzione e umanità di tutto il personale»
Per 40 anni Francesco Telesca ha gestito un bar gelateria, ma ha anche giocato a hockey pista a Torino: «Per due anni – ricorda – ho giocato insieme a Renzo Zaffinetti, campione indimenticato dell’Hockey Novara, che a Torino ha terminato la sua carriera».
Dal canto suo, il direttore generale dell’Aou, il dott. Mario Minola, ha ringraziato Francesco Telesca «non solo per la donazione che aumenta le dotazioni tecnologiche dell’ospedale ma anche per l’apprezzamento dell’operato sul nostro personale che ancora adesso è impegnato nella lotta quotidiana contro il Covid-q9».
Per il direttore della Struttura complessa di medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, il prof. Giancarlo Avanzi «si tratta di una donazione molto importante perché l’elettrocardiografico è uno strumento che usiamo in continuazione».