Il Ministero della Salute ha indetto per domenica 29 maggio la “Giornata per la donazione degli organi” al fine di favorire l’informazione e la promozione della donazione di organi finalizzata al trapianto.
Nell’ambito delle iniziative volte ad informare e sensibilizzare la popolazione sulle tematiche della donazione e del trapianto un rilievo speciale assume l’encomio ricevuto recentemente dall’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara da parte del Coordinamento regionale delle donazioni e dei prelievi di organi e tessuti, che sottolinea quanto l’A.O.U. di Novara si distingua nella realtà regionale per indici di donazione.
Il Coordinamento ha voluto ringraziare l’ospedale Maggiore di Novara per quanto operato nelle prime due settimane del mese di aprile 2016. Nell’arco infatti di soli otto giorni nell’Azienda ospedaliero-universitaria sono stati effettuati ben sette accertamenti di morte con criteri neurologici, quattro dei quali hanno dato seguito a donazioni di organi e tessuti.
L’impegno profuso ha permesso la concretizzazione di ben tredici trapianti, due dei quali effettuati in Lombardia e undici in Piemonte oltre alla donazione di numerosi tessuti, attualmente imbancati presso le banche dei tessuti regionali.
Si tratta di un risultato importante che testimonia la continuità di una attività rimasta sempre nel corso degli anni ai massimi livelli nazionali ed internazionali, attuata con impegno e determinazione da parte degli operatori dell'Azienda ospedaliero- universitaria tanto da portarli ad ottenere risultati di assoluta eccellenza in questo settore.
E’ un traguardo di indubbia soddisfazione non solo per gli operatori che direttamente partecipano a queste l’attività, ma per l’intera Azienda, coinvolta in un impegno che richiede elevate capacità professionali, organizzative e di coordinamento.
Programmi di questo genere, per essere attuati con successo, richiedono un ottimo livello organizzativo globale con il coinvolgimento di tutti i ruoli sanitari e delle altre professionalità, una stretta collaborazione tra componente universitaria ed ospedaliera, un elevato livello di tutte le attività sia cliniche che dei servizi di accertamento diagnostico ed un accurato programma formativo, quale quello fornito dalla scuola di medicina e chirurgia e dalle scuole di specializzazione dell’università del Piemonte orientale.
Nell’ambito dell’A.O.U. di Novara viene svolta sia l’attività di espianto e trapianto di rene, presso l’S.C.D.U. Nefrologia – Centro Trapianti rene, diretta dal professor Vincenzo Cantaluppi che quella di espianto e trapianto di cornee, presso la S.C.D.O. Oftalmologia, diretta dal dottor Stefano De Cillà.
Il Centro trapianti rene dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, fondato allora dal professor Giuseppe Verzetti, è stato attivato il 4 novembre 1998 col primo trapianto ed ha avuto nell’urologo Bruno Frea e nel chirurgo vascolare Franco Nessi i primi chirurghi pionieri esecutori.
Negli anni successivi il Centro ha avviato programmi sempre più complessi e di avanguardia nel settore, promuovendo, accanto al tradizionale programma di rene singolo da donatore deceduto, il trapianto da donatore vivente (2003) il doppio trapianto di rene (2004), il trapianto da vivente prima della dialisi (2005), il trapianto da donatore vivente con prelievo laparoscopico (2006) ed infine, nel 2014, è stato attivato il programma regionale di trapianto da donatore deceduto anche per pazienti con insufficienza renale cronica, prima dell’avvio della dialisi.
L’insieme di tutte queste attività ha consentito al Centro dell’ospedale Maggiore di raggiungere l’11 aprile del 2015 il traguardo prestigioso dei 1000 trapianti dalla sua istituzione.
Ad oggi, sono stati eseguiti 1125 trapianti di rene di cui 74 da donatore vivente, uno dei programmi di punta della struttura.
L’analisi del Centro nazionale trapianti (CNT) mostra un totale di 1105 trapianti eseguiti a Novara dal 1998 e un totale di 4232 trapianti eseguiti in Regione Piemonte.
I dati disponibili sottolineano gli ottimi risultati del centro di Novara in termini di donazione e trapianto.
Le statistiche del Centro nazionale trapianti collocano il Centro del “Maggiore” ai primissimi posti come sopravvivenza dei pazienti e dei reni a breve e lungo termine.
Grazie alla qualità dell’équipe , dal 2000 a oggi il reparto di Novara è divenuto il terzo centro Italiano di trapianto di rene, dopo le “Molinette” di Torino e il “Sant’Orsola” di Bologna, con dati che lo vedono tra i pochi centri italiani di livello europeo e con performance ben superiori a quelle di realtà ospedaliere e universitarie molto più grandi e di più antica tradizione.
Al programma di trapianto renale dell’AOU di Novara partecipano direttamente anche la S.C.D.O. Chirurgia Vascolare, diretta dalla dottoressa Carla Porta, la S.C.D.U. Urologia del professor Alessandro Volpe, la S.S.V.D. Nefrologia- Dialisi della dottoressa Doriana Chiarinotti e la S.C.D.U. Anestesia e Rianimazione 1 diretta dal professor Francesco Della Corte.
Il primo momento fondamentale del trapianto è rappresentato dalla donazione dell’organo.
Purtroppo il numero delle donazioni non è in grado di soddisfare le esigenze dei candidabili (nel 2015 sono stati trapiantati in Piemonte il 17% dei potenziali riceventi: 155 trapianti di rene eseguiti in Piemonte + altri 39 in centri fuori regione); per questo è fondamentale la prevenzione della malattia renale cronica e un’attenta opera di sensibilizzazione alla donazione.
Le donazioni, per le quali nel territorio novarese c’è sempre stata un’alta propensione, sono strettamente correlate oltre che alla sensibilità della popolazione, alla validità del programma regionale di formazione degli operatori, alla diffusione delle informazioni ed alla capillare organizzazione delle rianimazioni coinvolte.
In quest’ambito è doveroso sottolineare che a Novara l’attenzione alla donazione nasce già nei primi anni ’80 quando, tra numerose difficoltà operative, fu avviato un programma per la donazione e il prelievo.
Questa particolare sensibilità si è sempre mantenuta nel tempo, tanto che, come testimonia l’encomio ricevuto, la rianimazione dell’Azienda, diretta dal professor Francesco Della Corte primeggia in ambito regionale per segnalazione ed utilizzazione delle donazioni.
Pur rimanendo il tasso di donazioni superiore alla media nazionale, il primo semestre 2015 è stato per il Piemonte un anno particolarmente pesante per i trapianti poiché si è registrata una significativa riduzione di donatori rispetto agli anni precedenti. Il calo delle segnalazioni è stato particolarmente evidente nella prima metà dell’anno.
Per fronteggiare i momenti di riduzione delle donazioni è necessario, non solo mantenere sempre alta l’attenzione della popolazione e perseverare nei programmi informativi e formativi, ma anche valutare programmi alternativi. Sono state quindi messe in atto una serie di azioni correttive che a partire dalla fine del 2015 hanno permesso di invertire la tendenza.
In questo scenario complesso, nel 2015 in Piemonte si è concretizzata infatti la prima donazione di organi da donatore a cuore fermo, donazione complessa logisticamente e che al momento è attuabile in pochi ospedali del Nord Italia.
Nonostante il calo delle donazioni, a Novara nel 2015 sono stati eseguiti 54 trapianti renali di cui 15 da donatore vivente.
Il trapianto da donatore vivente rappresenta la migliore opzione terapeutica possibile oggi per il trattamento dell’insufficienza renale cronica con minimi rischi per il donatore e risultati di sopravvivenza superiori a quelli ottenuti con il trapianto da donatore deceduto.
Proprio per questo motivo, dal novembre 2015 è stato avviato a Novara anche il programma di trapianto da donatore vivente ABO incompatibile che consentirà un ulteriore aumento del numero di trapianti grazie all’adozione di una terapia immunomodulante particolare che permette di superare la barriera immunologica del gruppo sanguigno non compatibile.
Anche nel settore del trapianto di rene da donatore vivente il Centro di Novara è all’avanguardia.
Il Centro Trapianto Renale di Novara è al quarto posto in Italia come numero di trapianti da donatore vivente eseguiti grazie al modello organizzativo delle diverse strutture dell’AOU Maggiore unico nel nostro paese a rispondere in breve tempo sulla possibilità clinica di intraprendere il percorso del trapianto.
Da segnalare, inoltre, che circa il 10-15% dei trapianti da donatore deceduto ed il 50% dei trapianti da donatore vivente sono stati eseguiti in modalità “pre-emptive” (programma attivo presso il Maggiore dal 1 giugno 2014), cioè prima dell’avvio del trattamento dialitico.
Questo comporta un aumento della sopravvivenza del rene trapiantato, evitando nello stesso tempo al paziente le possibili complicanze cliniche legate all’avvio del trattamento dialitico.
Un notevole sviluppo per la donazione di rene da vivente è già stato ottenuto grazie all’introduzione della metodica di prelievo con tecnica laparoscopica, metodologia meno invasiva e meglio tollerata dal donatore rispetto a quella completamente chirurgica: al Maggiore di Novara questa metodica è oggi utilizzata in tutti i trapianti di rene da donatore vivente.
Nel corso del 2016, su indicazione del Centro nazionale trapianti è in fase di valutazione l’avvio del trapianto renale da donatore a cuore non battente (programma “non heart beating donors”) che potrebbe portare a un aumentato numero di trapianti rispetto al solo utilizzo dei donatori in morte cerebrale. Questo programma è già attivo in diversi paesi europei e negli USA con notevole incremento del numero dei trapianti e con risultati clinici sostanzialmente sovrapponibili a quelli ottenuti con l’utilizzo di organi da donatori in morte cerebrale.
ATTIVITA’ DI ESPIANTO RENE E CORNEE
Anno
|
ESPIANTO RENI
|
ESPIANTO CORNEE
|
2014
|
16
|
42
|
2015
|
24
|
50
|
2016 (1° quadrimestre)
|
10
|
29
|
ATTIVITA’ DI TRAPIANTO RENE E CORNEE
Anno
|
TRAPIANTO RENI
|
TRAPIANTO CORNEE
|
2014
|
66
(13 da vivente)
|
2
|
2015
|
54
(15 da vivente)
|
1
|
2016 (1° quadrimestre)
|
20
(2 da vivente)
|
1
|