Il 4 marzo è la giornata mondiale contro l’HPV. Il tumore del collo dell’utero è il primo tumore in cui è stata identificata una causa virale, il Papilloma Virus Umano (HPV). Tuttavia, contrarre il virus non significa automaticamente sviluppare un tumore, ma rappresenta un fattore di rischio che va monitorato con controlli regolari.
L’80% delle donne entra in contatto con l’HPV nel corso della vita, ma nel 90% dei casi il virus viene eliminato spontaneamente. Solo nel 10% delle donne il virus persiste e, in appena l’1%, può evolvere in un tumore invasivo, un processo che può richiedere 10-15 anni.
Se il virus non è presente, il tumore del collo dell’utero non può svilupparsi, rendendo il test HPV un importante strumento di controllo. La negatività al test, sia spontanea che ottenuta attraverso la vaccinazione, garantisce una maggiore tranquillità.
Il vaccino è l’arma di difesa più efficace di prevenzione primaria.
Sicuramente anche un comportamento ed uno stile di vita corretti migliorano la prevenzione primaria, come l’eliminazione del fumo e l’utilizzo del profilattico ( anche se dà una protezione parziale).
Attualmente è a disposizione un vaccino nonavalente, cioè che copre 9 ceppi, che raggiunge una copertura vaccinale del 90%, quindi superiore al 70% dei vaccini precedenti. Vaccinarsi non significa solo prevenzione del tumore del collo dell’utero , anche se il target primario rimane questo, ma significa prevenire altri carcinomi HPV relati, cioè ano, vulva, vagina, oro-faringe. La vaccinazione coinvolge anche chi ha o ha avuto il test positivo, perché l’infezione naturale ha una immunità breve e non duratura. Sebbene il tumore della cervice colpisca le donne, la vaccinazione è raccomandata anche alla popolazione maschile. Solo una vaccinazione estesa può ridurre la circolazione del virus e garantire un’efficace immunità di gregge.
In Piemonte, la vaccinazione è gratuita per le ragazze nate dal 1993 e per i ragazzi nati dal 2006.
Poiché il vaccino non copre tutti i ceppi virali, è fondamentale proseguire con i programmi di screening.
Le ragazze non vaccinate con 2 dosi entro i 15 anni, riceveranno l’invito a fare il primo Pap Test a 25 anni, mentre quelle vaccinate posticiperanno il primo esame di screening a 30 anni, eseguendo il test HPV.
Quindi sono disponibili due esami di screening, in base all’età.
In particolare Pap test che individua lesioni pre-cancerose che possono nel tempo evolvere in tumore ( eseguito nella fascia di età 25-29anni)
Test HPV che individua le donne che sono a rischio di sviluppare una pre-cancerosi perché positive al virus.
Presso la struttura complessa Ostetricia e ginecologia dell’Aou di Novara, diretta dal professor Valentino Remorgida, l’ambulatorio di colposcopia è attivo tutti i giorni, in particolare il giovedì e il venerdì viene svolto il secondo livello dello screening regionale (Prevenzione Serena) per le pazienti con Pap Test positivo o HPV persistente. Il martedì è dedicato ai trattamenti di displasie cervicali e vaginali con radiofrequenza e laser sotto guida colposcopica. Il lunedì al termine dell’ambulatorio di isteroscopia, gli specialisti sono disponibili per il counseling per patologie cervico-vaginali HPV-correlate.
Il miglior strumento per combattere il tumore del collo dell’utero è la prevenzione. Grazie alla vaccinazione e ai programmi di screening, è possibile ridurre drasticamente il rischio di sviluppare questa patologia.