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La Struttura Complessa a direzione universitaria Medicina Interna 1 (la Clinica Medica, per chiamarla con il nome cui sono affezionati studenti e docenti universitari), diretta dal prof. Mario Pirisi, ritorna, dopo circa tre mesi e mezzo, alla sua sede tradizionale, nel secondo piano del Padiglione A: un ulteriore segno della ripartenza, in atto da molte settimane all’azienda ospedaliero-universitaria di Novara, dopo la fase più acuta della pandemia da COVID-19.
Infatti, in quel periodo l’attività di medici, infermieri e operatori sanitari della Medicina Interna 1, coordinati dal prof. Pirisi, è stata largamente assorbita dalla gestione di malati con infezione da SARS-CoV-2; è un fatto che il maggior numero di casi di COVID-19 in Aou, così come in Regione Piemonte, «è stato gestito da medici internisti e da infermieri dei reparti di Medicina che, senza far parlare di sé, hanno contribuito in modo fondamentale a reggere l’onda d’urto dell’infezione nei periodi più critici, quelli della metà di marzo – afferma il prof. Pirisi – Del resto, dopo tanti talk show televisivi nel periodo di lockdown, sappiamo ormai tutti che il tipico paziente a rischio di COVID è la persona anziana con multiple comorbilità, che è il pane quotidiano dei reparti di Medicina. Nell’assistere questa popolazione fragile e severamente ammalata, parte del personale ha acquisito anch’essa l’infezione, anche se – fortunatamente – nessuno di medici e infermieri ha patito da essa gravi conseguenze, ed è presto o tardi ritornata con dedizione al proprio lavoro».

Nell’ultimo mese e mezzo, le necessità di garantire un adeguato numero di posti letto medicina e il contrarsi del numero di malati COVID-19 aveva portato a riaprire i posti letto della Medicina 1 nel primo piano del Padiglione C, una sede temporanea necessaria a consentire che venissero portati a compimento lavori di ristrutturazione del vecchio reparto, che erano iniziati nella primavera 2019.
Nella ristrutturazione si è cercato di trarre alcuni insegnamenti che la pandemia ha dato: le vecchie stanze (ora tutte da uno o due letti, con conseguente riduzione del numero totale di degenti, che passa da 34 a 29) sono state ridimensionate e arredate per garantire un miglior comfort dei degenti, inclusi televisori, impianto di condizionamento a prova di COVID (con due stanze a pressione negativa). Pareti e pavimenti hanno tonalità di colore giallo chiaro, verde acqua e blu, scelti per favorire calma e tranquillità, con materiali di buona qualità, facilmente sanificabili. La dotazione tecnologica è stata implementata, ad esempio con ecografi portatili di ultima generazione indispensabili per supportare diagnosi e terapia a letto del malato.
Trattandosi di reparto aperto e funzionante, i lavori (coordinati dal direttore del Servizio tecnico, ing. Vincenzo Bruno) sono stati eseguiti in 3 blocchi, rispettando scrupolosamente la tempistica prevista: area studi medici e day hospital – area degenza lato corso Mazzini – area centrale.

La parte più estesa è stata iniziata in occasione della chiusura del reparto durante la vicenda Coronavirus. In tre mesi sono state così ristrutturate le ultime 11 stanze di degenza.

«Sono tutte modifiche attese da molto tempo – conclude il prof. Pirisi – Averle portate a conclusione nelle difficili circostanze imposte dalla pandemia è motivo di orgoglio per tutti in Aou, non ultimi maestranze, ufficio tecnico e direzione aziendale. Insomma, per la Medicina Interna 1 si tratta di un ritorno a casa che reca con sé la speranza di lavorare meglio, COVID-19 permettendo».