Il tumore del polmone è ancora oggi considerato un “big killer”: esso rappresenta in Italia, secondo i dati dei Registri dei Tumori (AIOM – AIRTUM 2012), la seconda neoplasia più frequentemente diagnosticata tra gli uomini e la terza tra le donne, ed è la prima causa di morte per cancro nel sesso maschile e la terza in quello femminile (la seconda nelle donne di età inferiore ai 70 anni).

 
Le migliori possibilità di cura sono legate alla diagnosi precoce e al trattamento chirurgico: operando i tumori del polmone al I e II stadio si ottengono sopravvivenze del 50-80% a cinque anni.
L’intervento di scelta in questi casi è la lobectomia + linfoadenectomia ilo-mediastinica (asportazione del lobo polmonare che contiene la malattia con i linfonodi loco-regionali).
La via di accesso standard tradizionalmente più praticata per questo tipo di interventi è la toracotomia postero-laterale: si tratta di una incisione di circa 15-20 centimetri sul torace, con sezione del muscolo gran dorsale e divaricazione delle coste per una visione diretta del cavo pleurico.
Le conseguenze negative di questa via di accesso sono rappresentate dal dolore, dalla limitazione funzionale dell’arto superiore, dalla difficoltà a respirare profondamente e a tossire con efficacia. Per un completo recupero sono necessari alcuni mesi, ed in un 25-30% dei casi il paziente può essere affetto da dolore cronico post-toracotomico: un dolore persistente di tipo neurogeno che può durare molti mesi.
 
Con l’intento di ovviare a questo tipo di problematiche, stiamo assistendo in questi anni ad uno sviluppo delle tecniche mininvasive in chirurgia toracica: si tratta di effettuare gli stessi interventi per la cura dei tumori del polmone – tipicamente lobectomia più linfoadenectomia – non per via “aperta” mediante toracotomia, ma in VATS (Video Assisted Thoracic Surgery), con tre piccole incisioni cutanee, nessuna sezione muscolare e nessuna divaricazione costale.
I più recenti sviluppi di questa metodica consentono addirittura di eseguire l’intervento mediante una singola incisione di 4-5 centimetri: si tratta della VATS Uniportale, sviluppata dal dottor Diego Gonzalez Rivas presso il reparto di Chirurgia Toracica dell’Ospedale Universitario di La Coruña.
Grazie al supporto dell’Azienda, il dottor Davide Turello ha potuto lavorare presso questo centro ed apprendere la tecnica direttamente da coloro che l’hanno utilizzata per primi nel mondo.
 
Oggi possiamo offrire quest’ opportunità di trattamento mininvasivo presso la Chirurgia Toracica dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, tra i primi in Italia ed in Europa.
 
I vantaggi delle tecniche mininvasive per il paziente sono molteplici: la letteratura internazionale ormai concorda nell’affermare che, a parità di risultato oncologico, la VATS Lobectomy consente una riduzione del dolore, una degenza più breve, con meno complicazioni, ed un più rapido recupero funzionale, oltre ad una riduzione dei costi.  
L’esperienza del nostro centro è del tutto in linea con questi dati fin dai primi pazienti trattati ed i risultati si vanno consolidando con l’aumentare della casistica.
 
 
VATS Lobectomy
Toracotomia
Degenza media (giorni)
6.2
7.97
Complicazioni
32 %
37.3 %
Mortalità
0
2.13 %
Dolore cronico
0
27 %
 
Fig.1VATS e Toracotomia, alcuni dati preliminari a confronto
 
 
 
 
Visti i risultati raggiunti, la VATS Lobectomy è destinata a diventare nei prossimi anni (per noi già lo è) lo standard per la terapia chirurgica delle neoplasie del polmone in stadio I e II e, con l’aumentare dell’esperienza, ad essere impiegata anche per tumori localmente avanzati.
 
La VATS Uniportale è la punta di diamante delle tecniche mininvasive in Chirurgia Toracica, e rappresenta oggi un’eccellenza assoluta in questo campo a livello nazionale ed internazionale.
 
 

TRATTAMENTO CHIRURGICO MININVASIVO DEI TUMORI DEL POLMONE