Novara, 24.8.2017: Stili di vita moderni e la sempre maggiore diffusione dei fattori di rischio cardiovascolare stanno determinando quella che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha definito una vera e propria epidemia di aritmie cardiache.
Alcune di esse si caratterizzano per una origine congenita o si sviluppano soprattutto in età giovanile: le tachicardie “parossistiche” legate a cortocircuiti elettrici presenti anche in un cuore di per sé sano.
La fibrillazione atriale invece è una condizione nella quale il battito diviene totalmente irregolare ( troppo lento o troppo veloce) e interessa soprattutto le persone di mezza età e gli anziani, ed è in costante aumento.
Vi sono poi aritmie più gravi, quelle “ventricolari”, spesso conseguenti ad un infarto o ad altre malattie cardiache: queste possono far funzionare male il cuore e condurre talvolta persino all’arresto cardiaco.
Il comune denominatore di queste aritmie è l’effetto negativo sulla qualità di vita della persona che ne soffre la quale può avvertire sintomi molto sgradevoli ed imprevedibili e che, in alcuni casi, può andare incontro ad una riduzione dell’aspettativa di vita.

Fortunatamente oggi sono disponibili molti rimedi: accanto ai medicinali vi sono sofisticati dispositivi che regolarizzano il battito cardiaco (pacemaker e defibrillatori).
Inoltre si stanno diffondendo sempre di più le procedure di “ablazione” delle aritmie: attraverso cateteri specifici posizionati all’interno del cuore nel punto dove si originano le aritmie, con l’applicazione di “calore” generato da sistemi di radiofrequenza, o di freddo estremo (crioenergia a -70° gradi) si possono eliminare i cortocircuiti elettrici che causano le aritmie.

Da anni le persone con queste aritmie possono essere curate all'Azienda Ospedaliero Universitaria "Maggiore della Carità ", infatti nel Dipartimento Toraco-Cardio-Vascolare, diretto dal professor Paolo Marino, capo dipartimento e direttore della struttura complessa a direzione universitaria “Cardiologia 1” a cui afferisce l’Aritmologia, lavora l’equipe di Elettrofisiologia e Cardiostimolazione di cui il responsabile è il dottor Eraldo Occhetta.
L'equipe è costituita dai dott. Andrea Magnani, Gabriele Dell’Era, Stefano Porcellini e Miriam Bortnik. L’organizzazione è garantita dalla coordinatrice tecnico-scientifico Laura Plebani che, in sinergia con la direzione infermieristica diretta dalla dottoressa Cristina Torgano, guida anche un gruppo di infermieri esperti e dedicati : Luca Bonanno, Simona Gavazzoli, Adriano Tomasoni, Laura Valzi e Anna Federzoni .
Questi sanitari si sono specializzati nella cura delle aritmie attraverso studi, aggiornamento continuo e ricerca. L'esperienza maturata in molti anni di lavoro unitamente alla dotazione tecnologica, costantemente in evoluzione, dell'ospedale Maggiore, consentono di trattare efficacemente queste aritmie attraverso procedure di ablazione, impianti di protesi di ultima generazione quali pacemaker, defibrillatori, resincronizzatori per poi essere controllati in ambulatorio o in remoto attraverso la telemedicina.

I pazienti vengono quindi sempre seguiti nel tempo anche dopo la loro dimissione: ogni anno si eseguono più di duemila controlli e viene mantenuto monitorizzato non solo il buon funzionamento delle protesi applicate ma anche la storia clinica di questi pazienti assicurando loro continuità e sicurezza.

Vengono eseguite anche delle procedure di ablazione della fibrillazione atriale la cui richiesta e la conseguente esecuzione, è in costante aumento.
Per effettuarle si utilizzano sofisticate tecnologie di mappaggio computerizzato del cuore: attraverso elettrocateteri , introdotti in anestesia locale nelle vene degli arti, si individuano con estrema precisione i meccanismi e i circuiti che originano le aritmie, si ricostruisce la loro “mappa” e si interviene bloccando il propagarsi di queste aritmie facendo piccole “bruciature”, con la tradizionale metodica di radiofrequenza oppure con sistemi a “freddo” di crioablazione ancor più rapidi e sicuri.
L’ultima frontiera di questa metodica è l’ablazione delle aritmie ventricolari piu’ complesse e pericolose, in alternativa o in aggiunta ai pacemaker e defibrillatori fino ad ora uniche terapie di queste aritmie.

L’obiettivo è quello di fornire ai cittadini della provincia di Novara, ma anche ai sempre più numerosi pazienti di altra provenienza, una risposta adeguata al loro bisogno di salute e di cura: il “cuore matto” può sempre guarire e “rinsavire”!

Chiunque necessiti di valutazione per un’aritmia cardiaca o per un sintomo “sospetto”, su indicazione del proprio medico curante, può accedere all’ambulatorio di aritmologia tramite il Centro di Prenotazioni Unificato (CUP) o eventualmente rivolgersi ai seguenti numeri telefonici : 0321 3733413 – 3733237.

 

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