Martedì 23 giugno 2015, presso l’Azienda ospedaliero –universitaria di Novara ha avuto luogo la presentazione dell’apparecchiatura Ret Cam 3, strumento indispensabile per la diagnosi della retinopatia che colpisce i nati prematuri.

L’apparecchiatura sarà a disposizione della struttura complessa “Neonatologia e patologia neonatale”, diretta dalla dottoressa Federica Ferrero, afferente al Dipartimento della salute della donna e del bambino, diretto dal professor Gianni Bona, e utilizzata dagli specialisti della struttura di Oculistica, diretta dal dottor Stefano De Cillà.

La Ret Cam3 donata all’A.O.U. “Maggiore della Carità” è il frutto dell’iniziativa promossa dall’associazione “Neo-n neonati a rischio”, che ha saputo coinvolgere la Fondazione Comunità del Novarese e tre aziende tra le più importanti del tessuto imprenditoriale novarese (“Igor Gorgonzola”, “Comoli Ferrari” ed “Electronic System”).

L’acquisizione dell’apparecchio (il primo di questo livello in Piemonte) conferma l’eccellenza tecnologica del “Maggiore”. Infatti, la Ret Cam3 (il cui costo è di 170 mila euro) è oggi lo strumento più avanzato per la diagnosi della Retinopatia della Prematurità (Rop), una malattia ischemico-vasoproliferativa che interessa i nati pretermine, soprattutto quelli di bassa età gestazionale e di basso peso alla nascita.
Colpisce le retine dei bambini prematuri con gravità direttamente proporzionale al grado di prematurità: più il bambino nasce prematuro più grave sarà la malattia.
Costituisce una delle patologie più insidiose e gravi per i neonati pretermine e ad oggi è ancora la prima causa di cecità infantile nei paesi in via di sviluppo e nei paesi industrializzati.

L’iniziativa della donazione è partita da “Neo-n”, che ha saputo coinvolgere la Fondazione e tre aziende del territorio: «In tre anni abbiamo saputo raggiungere questo importante obiettivo – dichiara Kosmè De Maria, presidente dell’associazione – e per questo ringraziamo pubblicamente tutti i sostenitori, tutti i donatori e gli associati. Inoltre siamo grati alla Fondazione della Comunità Novarese, che vedendo il grande interesse del territorio verso questo importante progetto, ci ha sostenuto con una grande donazione dimostrando grande sensibilità verso certe tematiche e una estrema professionalità. Un ringraziamento particolare al presidente della Fondazione Comunità Novarese Ezio Leonardi e ai responsabili di “Igor Gorgonzola”, “Comoli Ferrari” ed “Electronic System” che ci hanno affiancato».

«Nel nostro ospedale – spiega la dott.ssa Federica Ferrero, responsabile della Neonatalogia e Patologia Neonatale – è stato da tempo elaborato un progetto che permetta la diagnosi, il trattamento e il controllo a distanza di questa grave retinopatia di cui è affetta una percentuale non piccola di questi delicati pazienti.
Per realizzare tale progetto è necessario l’oftalmoscopio digitale Ret Cam.
E’ un'apparecchiatura costituita da una unità mobile dotata di un monitor collegato ad una particolare telecamera che permette di visualizzare l'intero fondo oculare del neonato, diagnosticando e monitorando con precisione la ROP che colpisce il neonato di basso peso alla nascita. Ciò permette non soltanto una diagnosi precoce di grande accuratezza, ma anche il monitoraggio dei risultati dell’eventuale terapia chirurgica».

Una sonda viene poggiata sulla cornea del piccolo paziente e le immagini possono essere esaminate immediatamente su di uno schermo ad alta risoluzione. Questa apparecchiatura consente inoltre di effettuare una fluoroangiografia che identifica condizioni di neovascolarizzazione rendendo possibile quindi un intervento terapeutico più precoce.
Oltre a ciò Ret Cam permette di archiviare o stampare immagini e video che possono essere utilizzati a scopo didattico o inviati via modem per un consulto, senza rendere necessario il trasferimento del piccolo paziente (telemedicina ).

La Ret Cam3 va così a corredo della dotazione tecnologica della Terapia intensiva neonatale, nella nuova sede inaugurata giusto un anno fa.
«L’esame fluorangiografico mediante Ret Cam3 è fondamentale non solo a livello diagnostico, ma soprattutto nella gestione terapeutica. Infatti è possibile selezionare e valutare nel tempo i casi da trattare mediante argon laser, che è il gold standard nella cura della ROP – aggiunge il dott. Stefano de Cillà, responsabile della Struttura complessa di Oculistica – E’ un elemento indispensabile per la valutazione oftalmologica del bambino prematuro, ciò permetterà di stabilire una piena sinergia tra i reparti di patologia neonatale e di oculistica, che consentirà di eseguire l’iter diagnostico e terapeutico nell’ospedale di Novara, senza inviare i pazienti in altre strutture».

L’ESPERIENZA DELLA TERAPIA INTENSIVA NEONATALE DELL’AOU MAGGIORE DELLA CARITA’ DI NOVARA

Nel reparto di Terapia Intensiva neonatale (TIN) (punto di riferimento delle quattro province del Piemonte orientale, per oltre un milione di abitanti) vengono ricoverati circa 320-340 pazienti/anno e di questi quasi 200 sono neonati pretermine. I gravi pretermine, quelli cioè di età gestazionale inferiore a 32 settimane e di peso inferiore a 1500 grammi sono circa 45-50/anno.
I neonatologi a seconda dell'età e del peso programmano gli esami oculistici per questi bambini a 4 – 6 settimane dopo la nascita, come da protocolli.
La visita è fonte di stress e dolore per il neonato, nonostante le tecniche non farmacologiche di analgesia e il collirio anestetico.
I pretermine in condizioni respiratorie più gravi talvolta devono interrompere l’esame per gravi riduzioni della loro ossigenazione.
Di solito gli esami vengono eseguiti ogni 7-14 giorni, in casi dubbi vengono ripetuti dopo 4-5 giorni. Nonostante l’attenzione nel seguire i controlli, in alcuni casi il peggioramento è repentino e il neonato viene inviato con urgenza al Centro di Torino: in questi casi il trasferimento avviene con ambulanza dedicata, neonatologo e infermiera.
Tuttavia al neonato non può venir somministrato il pasto e l’incubatrice da trasporto non gli offre il comfort, l’umidificazione e il supporto ventilatorio che ha l’incubatrice in reparto.
Il tempo totale tra trasporto di andata e ritorno, attesa e visita, è sempre superiore alle 3 ore.
Nei casi in cui il neonato venga trattenuto a Torino, la sua degenza in quel centro per l’intervento laser e i successivi controlli, è in genere di 7-10 giorni, periodo durante il quale la famiglia deve organizzare la sua permanenza a Torino, affrontare nuovi problemi e confrontarsi con medici e infermieri che non conosce.

Nel 2013 la percentuale di neonati con ROP è stata del 41,9% e di quelli con ROP severa del 12,9%.

Complessivamente i neonati inviati al Centro di riferimento di Torino o per visite o per intervento sono quindi 8-10/anno e alcuni di questi vengono trasportati per controlli 2-3 volte.
 

RetCam