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Novara, 22 luglio 2021 – “Ingranaggi di Emozioni” è il progetto pensato da Raffaella Martini, coordinatrice infermieristica della struttura di Medicina d’urgenza-terapia semintensiva dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, insieme al direttore della Struttura, il prof. Giancarlo Avanzi,  al prof. Luigi Castello, responsabile della struttura semplice “Medicina d’urgenza” e alla dott.ssa Cristina Torgano, responsabile delle professioni sanitarie dell’Aou: l’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione “Franca Capurro per Novara” e prevede un lavoro di sostegno psicologico per gli operatori del reparto.

«Tutti noi che abbiamo vissuto questo anno siamo consapevoli della fatica fisica e psicologica che i professionisti sanitari  hanno dovuto e continuano a sostenere. Pressioni emotive molto forti, che spesso se non risolte portano a conseguenze importanti come la sindrome da Burn out o come il disturbo da stress post trauma – dichiara Martini – Cambiamenti improvvisi continui, sensazione duratura di instabilità, situazioni che meritano di portare l’attenzione ora sulle persone che lavorano. Come coordinatrice infermieristica mi sono resa conto che il tempo di ascolto dedicato alle persone e l’apertura a un dialogo più approfondito non erano sufficienti ad apportare un aiuto concreto e mi sono resa conto di non avere sufficienti strumenti da mettere a disposizione del gruppo. Ho pensato che un lavoro di sostegno psicologico avrebbe aiutato il personale del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Terapia Semintensiva, medico ed infermieristico (motore della complessa macchina dell’emergenza), ad affrontare questo passaggio di vita pandemico, con maggiore sicurezza e magari con minor fatica. Lavorare sulle risorse umane permette di valorizzarle rafforzandone l’autostima, migliorando così il benessere organizzativo, con conseguente miglioramento delle prestazioni di assistenza e cura dei nostri pazienti».
Così è nato il progetto  “Ingranaggi di Emozioni”, che ha coinvolto la dott.ssa Elena Albertazzi (collaboratrice della Fondazione) con il supporto della Struttura di psicologica clinica dell’Aoudiretta pro-tempore dal dott. Luca Binaschi.

«Grazie alla loro piena disponibilità e flessibilità – continua Martini – sono venute incontro ai bisogni e alle difficoltà dettate dalle turnazioni: fin dai primi incontri, gruppi eterogenei si sono aperti al dialogo profondo con se stessi condividendo le proprie emozioni senza vergogne».

Aggiunge Filippo Arrigoni, presidente della Fondazione Capurro: «Siamo veramente felici di poter proseguire, grazie a questa bellissima iniziativa, il progetto intrapreso molti anni fa dalla nostra Fondazione, intitolato “la cura di chi cura”. Durante il periodo dell’emergenza Covid abbiamo cercato di far sentire la nostra vicinanza a tutti gli operatori sanitari acquistando, già a marzo 2020, del materiale protettivo a loro riservato, mentre a ottobre ci siamo concentrati sulla Terapia intensiva, facendole avere caschi protettivi di ultima generazione. In questa fase penso che sia di fondamentale importanza occuparci anche dei risvolti psicologici della pandemia su chi, stando sempre in prima linea, ha combattuto per mesi interi una guerra di cui molti, purtroppo, si sono già dimenticati, ma che continua ad avere bisogno di sostegno e accompagnamento per la delicatezza e l’importanza del lavoro che svolge. La presentazione dell’iniziativa è stata un momento veramente emozionante anche per me: chi non è stato coinvolto direttamente non può nemmeno immaginare che cosa sia successo all’interno dei nostri ospedali durante una fase di emergenza che sembrava non dover mai finire. I nostri “angeli” hanno dovuto sopportare un carico di emotivo davvero impressionante e colgo l’occasione per ringraziarli tutti, sinceramente, per ciò che hanno fatto in favore della nostra comunità».

Afferma prof. Giancarlo Avanzi: «Siamo estremamente grati alla fondazione Franca Capurro per aver sostenuto l’iniziativa “ingranaggi di emozioni” indirizzata al sostegno psicologico e morale degli infermieri della Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza. In questi mesi medici e infermieri e operatori socio-sanitari del Pronto Soccorso e della Medicina d’Urgenza hanno vissuto momenti davvero drammatici. E’ superfluo ricordare quanto sia stata dura la prima ondata della pandemia da Covid, vissuta con angoscia di chi non aveva molti mezzi né terapeutici né in termini di conoscenza della malattia, poi la seconda ondata altrettanto stressante anche se affrontata con maggiori competenze e soprattutto maggiori disponibilità di mezzi terapeutici e tecnologie ed infine, la terza ondata  che ci ha dato un po’ di respiro solo da un paio di mesi. Gli operatori sanitari, da molti mesi sotto pressione, avevano bisogno di un momento di presa in carico delle emozioni strutturato soprattutto per sostenere l’autostima e lenire lo stress dovuto alle continue turnazioni. L’esperienza, valsa anche a combattere il senso di frustrazione e di impotenza che talvolta ha pervaso gli animi a fronte dell’impegno nella cura dei malati Covid-19, è stata davvero positiva e la soddisfazione degli operatori è stata tale da farci desiderare di proporne una replica».

Per il direttore generale dell’Aou, il dott. Gianfranco Zulian, «Si tratta di un progetto di grande rilievo per gli operatori dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara e, di riflesso, per tutta la cittadinanza. Medici, infermieri, Oss sono stati sottoposti a situazioni di grande stress, come mai era successo in passato e questa iniziativa serve proprio a riportare lo stress al di sotto del livello di guardia. Un grazie alla Fondazione Capurro, che ancora una volta ha dimostrato la sua attenzione per l’Aou di Novara e la sensibilità per capire quello che in questo momento è più importante»