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Il paziente positivo per COVID-19 ricoverato in ospedale per polmonite è a rischio di malnutrizione per una serie di fattori: infiammazione sistemica e aumentato catabolismo proteico, responsabili, assieme all’allettamento, di sarcopenia; aumento del dispendio energetico indotto dalla febbre e dall’ accresciuto lavoro ventilatorio; riduzione delle ingesta, per inappetenza, nausea, diarrea in conseguenza della terapia antivirale, antimicrobica e/o interessamento intestinale dell’infezione; età avanzata (circa il 40% dei pazienti ha > 70 anni), con elevata prevalenza di comorbidità (in particolare diabete, malattie cardiovascolari, insufficienza renale cronica, broncopneumopatia cronica ostruttiva, demenza).

È risaputo che un’attenta valutazione dello stato nutrizionale ed un tempestivo trattamento finalizzato alla prevenzione e trattamento della malnutrizione risultano strategie efficaci nel ridurre le complicanze e migliorare l’outcome clinico nel breve e lungo termine, nei diversi setting di cura ospedaliera (area medica e critica).

Il Consiglio direttivo della Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo (SINPE) con il suo presidente (professoressa Michela Zanetti) ha ravvisato la necessità, – sottolinea il dottor  Sergio Riso, direttore della struttura complessa Scienza dell’alimentazione e dietetica dell’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara e vicepresidente SINPE -, di produrre un documento, basato principalmente ma non esclusivamente sulle recenti raccomandazioni e sulle linee guida della Società Europea di Nutrizione Clinica e Metabolismo (ESPEN), con l’obiettivo di fornire una guida pratica concisa per la gestione nutrizionale dei pazienti con COVID-19”. 

Pratiche per il trattamento nutrizionale dei pazienti affetti da Covid-19