Novara 21 marzo 2017-La donazione all’Azienda ospedaliero-universitaria della Tomografia Computerizzata intraoperatoria per la struttura complessa Neurochirurgia “Enrico Geuna”, diretta dal dottor Gabriele Panzarasa, da parte della associazione “Amici della Neurochirurgia Enrico Geuna”, resa possibile grazie al generoso contributo di tanti sostenitori, permette oggi di completare il progetto “Sala operatoria ibrida per la Neurochirurgia”, struttura all’avanguardia che conferma l’eccellenza professionale e tecnologica raggiunta dal “Maggiore”.
«In questo modo confermiamo il primato a livello nazionale della Neurochirurgia del “Maggiore” fondata dal professor Enrico Geuna – afferma il direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria di Novara Mario Minola – Il completamento del progetto “Sala operatoria ibrida” è dovuto all’intervento di molti sostenitori. Ringrazio quindi la Fondazione Cariplo, per aver riconosciuto come Progetto Emblematico maggiore 2015 l’acquisizione della Tc intraoperatoria; la Fondazione Comunità del Novarese Onlus per il prezioso sostegno fornito alla raccolta delle donazioni; l’Associazione “Amici della Neurochirurgia Enrico Geuna” per aver ideato il progetto e per l’impegno profuso nel reperimento dei fondi; la Fondazione Bpn per il territorio per la donazione del neuronavigatore; la Fondazione Crt per il finanziamento di una borsa di studio per la Sc Neurochirurgia “Enrico Geuna”».

L’associazione “Amici della Neurochirurgia”, presieduta dalla dottoressa Paola Girardi, è nata alcuni anni fa, sostenuta dalla Fondazione Comunità del Novarese.
E’ un’associazione di volontariato che ha come finalità la promozione del progresso della cultura neurochirurgica attraverso l’organizzazione di manifestazioni scientifiche e il supporto all’attività della struttura di Neurochirurgia dell’Azienda. Il sodalizio con il reparto dell’ospedale è stato fortemente da numerosissimi ex-pazienti in accordo con il personale della struttura.
Si deve a questa associazione il merito di avere avviato il progetto di raccolta fondi denominato “Una sala operatoria ibrida” finalizzato all’acquisizione di una Tomografia computerizzata (TC) integrata al neuronavigatore da donare alla Neurochirurgia dell’Aou di Novara.

«La nostra Fondazione, anche grazie al mio predecessore, il sen. Ezio Leonardi – commenta il presidente della Fondazione della Comunità del Novarese Onlus dott. Cesare Ponti – ha fin da subito sostenuto l’associazione “Amici della Neurochirurgia Enrico Geuna” riconoscendone l’estrema qualità di obiettivi e l’importanza delle iniziative. Presso la nostra Fondazione è stato istituito il Fondo Enrico Geuna per la Neurochirurgia, promosso in memoria del professore, per promuovere le iniziative di ricerca, studio e attività clinica nel campo della neurochirurgia, svolte sul territorio della Provincia di Novara. Ritenendo la Sala operatoria ibrida un progetto di estrema importanza per lo sviluppo della “scuola novarese di neurochirurgia” che è balzata più volte agli onori della cronaca in qualità di eccellenza italiana, la nostra Fondazione ha affiancato l’associazione “Amici della Neurochirurgia” e il dott. Gabriele Panzarasa in tutto il percorso che oggi ci porta qui: la presentazione del progetto e la vittoria dell’Emblematico Maggiore 2015 di Fondazione Cariplo che ha stanziato una cifra di 500 mila euro e che sicuramente ha dato al progetto grande visibilità e prestigio e, in seguito, la raccolta di donazioni che ha superato i 300 mila euro; risultato che ha sottolineato l’importanza del progetto per la comunità intera che si è mobilitata per raggiungere l’obiettivo. L’imponente partecipazione della comunità, sicuramente incoraggiata dalla stima e dalla fiducia nutrite nei confronti del dott. Panzarasa, della sua equipe e di tutta l’azienda ospedaliera, ha consentito il raggiungimento di un obiettivo così importante che oggi festeggiamo, qui, insieme».

«La “Sala operatoria Ibrida” – spiega il dott. Panzarasa – prevede il neuronavigatore con ampi monitor a parete (che consentono la fusione di immagini di angiografia, TC , RM, ecografia), la TC intraoperatoria a 32 slices Airo (adatta per encefalo e colonna vertebrale) e il lettino operatorio radiotrasparente.
La TC intraoperatoria Airo consente di eseguire scansioni con buon dettaglio sia durante che alla fine dell’intervento ed è utilizzabile sia per patologia cerebrale che per patologia spinale.
Durante l’intervento cranico la TC permette al chirurgo di valutare esattamente e in tempo reale dove sia localizzato il tumore, a che punto sia l’asportazione del tumore e quanto tumore vi sia ancora da rimuovere; consente di “ritarare” la neuronavigazione man mano che l’operazione procede superando il problema del brain-shift (ossia lo spostamento, da pochi millimetri a oltre un centimetro, del cervello in parte o in toto per effetto della deliquorazione e per effetto della progressiva rimozione della neoplasia) rendendo più sicura ma anche più incisiva l’asportazione chirurgica anche in aree cerebrali particolarmente funzionali (ad esempio le aree del linguaggio, quella motoria, quella visiva). Alla fine dell’asportazione chirurgica, prima ancora di suturare la dura madre, la TC può evidenziare l’eventuale residuo tumorale che, nel caso in cui si tratti di una neoplasia maligna, potrebbe già essere trattato con radioterapia intraoperatoria (Iort) sfruttando l’apparecchiatura di cui è dotato il nostro blocco operatorio.
Negli interventi sulla colonna vertebrale (cervicale, dorsale e lombare), laddove sia richiesta l’artrodesi con viti e barre la TC intraoperatoria consente di misurare con estrema precisione la lunghezza, la direzione e il calibro dei peduncoli vertebrali e quindi di scegliere le viti più adatte da utilizzare, di definire e di seguire la traiettoria delle viti man mano che avanzano nei peduncoli e nei corpi vertebrali e, se necessario, di rimuovere parti ben precise di vertebra. Con questo ausilio sono azzerati i rischi chirurgici di lesione del midollo spinale o delle radici nervose o dei grossi vasi arteriosi e venosi (specialmente a livello toracico) e si riducono notevolmente i tempi operatori. Alla fine dell’intervento si esegue la consueta TC di controllo già in sala operatoria».

«Sono lieto di partecipare a questo momento: ritengo infatti che la realizzazione del progetto “Una sala operatoria ibrida” sia un successo per l’intera città – sostiene il sindaco di Novara, Alessandro Canelli –
Innanzitutto un successo per la Struttura Neurochirurgia e per il suo direttore, il dottor Gabriele Panzarasa, nostro “Novarese dell’anno 2017”: il reparto, grazie a questa tecnologia all’avanguardia, avrà la possibilità di migliorare ulteriormente un servizio già ritenuto unanimemente d’eccellenza per i circa milleduecento pazienti che ogni anno, da tutt’Italia, vi vengono ricoverati. Un dato, questo, significativo quanto qualificante anche per la nostra Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” che, insieme con noi, guarda al futuro e alla realizzazione della nuova Città della Salute e della Scienza, dove la Scuola di Neurochirurgia novarese, fondata dal professor Enrico Geuna e “coltivata” dal dottor Carlo Bellotti, avrà la possibilità di crescere ulteriormente.
In secondo luogo si tratta di un successo per tutti gli attori che, credendo fortemente nella bontà del progetto, si sono impegnati tra il 2015 e il 2016 a reperire finanziamenti perché la sala operatoria ibrida diventasse al più presto una realtà operativa.
Ed è anche un successo per tante, tantissime persone che, attraverso le loro private donazioni, hanno concretamente dimostrato affezione e gratitudine nei confronti del dottor Panzarasa e della sua equipe: a questo proposito vorrei ricordare che nel dicembre del 2015 il progetto della sala operatoria ibrida aveva avuto come testimonial centosessanta novaresi – pazienti e famigliari – che avevano sottoscritto una petizione affinché l’importanza della realizzazione della sala operatoria ibrida diventasse un impegno morale per le istituzioni locali e per l’opinione pubblica.
L’obiettivo è stato dunque centrato proprio grazie a questo ampio coinvolgimento di soggetti che si sono attivati per il fundraising economico, mossi da una sincera e profonda motivazione affettiva.
Come sindaco e rappresentante di un’Amministrazione fiera del lavoro che il dottor Panzarasa, i suoi medici e il personale infermieristico svolgono da sempre e ogni giorno dalla parte dei pazienti, non posso quindi che essere orgoglioso per il fatto di condividere le emozioni per questo successo».