MAGINFO 17.04.2019MAGINFO 17.04.2019

Novara 17 aprile 2019 – Il primo obiettivo è stato raggiunto: grazie al contributo di tanti piccoli e grandi donatori, Lilt Novara Onlus ha potuto realizzare il progetto di acquisto dell’apparecchiatura “DigniCap”; sistema collegato a due speciali cuffie in silicone che con un costante raffreddamento del cuoio capelluto consente di ridurre sensibilmente la caduta dei capelli nelle pazienti che si sottopongono alla chemioterapia.
L’apparecchiatura DigniCap di Dignitana, il sistema più all’avanguardia in questo campo, è stata donata alla SCDU di Oncologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, diretta dalla prof.ssa Alessandra Gennari e permetterà a tante donne di limitare una delle più gravi conseguenze a livello psicologico della chemioterapia, ossia la caduta dei capelli.
“Si chiama “DigniCap” e, come dice la parola stessa, dona dignità alle donne alle prese con i problemi derivanti dalla chemioterapia – sottolinea la presidente di Lilt Novara Onlus, dott.ssa Giuseppina Gambaro – La perdita dei capelli ricorda ogni giorno di essere malati e DigniCap sarà un aiuto psicologico importante . I trattamenti non devono guarire la malattia dimenticando la persona, ma metterLa al centro e oggi facciamo un altro passo in avanti nell’umanizzazione delle cure. Ringrazio quindi tutti coloro che scegliendo Lilt hanno reso possibile il raggiungimento di questo importante traguardo”.
Tutti insieme per la Breast Unit.
La nuova strumentazione è stata acquistata da Lilt Novara Onlus grazie a una raccolta fondi a cui hanno contribuito in tantissimi tra enti, imprese e singoli cittadini.
Fondamentale collaborazione quella con la Fondazione Comunità Novarese Onlus che ha sostenuto l’iniziativa con un contributo di 26.500 euro e con l’attivazione di una campagna donazioni: “Abbiamo immediatamente colto – commenta il presidente della Fondazione Comunità Novarese Onlus, dott. Cesare Ponti – l’importanza di questo progetto e il beneficio che DigniCap può portare ai malati durante la chemioterapia. Soprattutto per le donne, la perdita dei capelli è il simbolo visibile della malattia e, quindi, uno dei più difficili da accettare. Pensare di poter aiutare tante persone in un momento di fatica e di fragilità del loro percorso di malattia, ci rende davvero orgogliosi. E’ importante sottolineare che, presso la Fondazione, la raccolta fondi è ancora aperta: il primo obiettivo è stato raggiunto ma siamo pronti a raggiungerne, insieme, tanti altri così da ampliare i benefici per la comunità”.

Diversi i soggetti che hanno partecipato alla raccolta fondi per giungere al risultato: oltre a FCN, importante è stato il contributo di Comoli Ferrari ; di Marchesini Group S.p.A, Confartigianato Imprese Piemonte Orientale ,dell’hair stylist Salvo Meli, titolare del salone “Spettiniamoci” di corso Italia a Novara che ha devoluto il ricavato delle sue imprese in bicicletta (nel 2017 ha percorso 800 km da Novara a Roma lungo la via Francigena e nel 2018 1000 km da Novara a Santiago de Compostela), le scuole di danza novaresi e la rassegna “Novara Dance Experience” oltre a moltissimi piccoli donatori.

Che cos’é lo scalp cooling e perché è uno strumento così importante.
Uno degli effetti più comuni e avvilenti provocati dalla chemioterapia è la caduta dei capelli, dovuta all’atrofia parziale o totale della radice del bulbo pilifero “attaccato” dal farmaco. La comparsa di alopecia, causata dalla chemioterapia, modificando l’immagine corporea può avere varie e importanti implicazioni, soprattutto nella donna, sul piano psico-sociale. Attualmente non esistono farmaci in grado di prevenire con sicurezza la caduta dei capelli.
Una possibilità per prevenire la perdita di capelli dovuta alla chemioterapia, però, è quella di raffreddare il cuoio capelluto mentre vengono somministrati gli agenti citostatici.
Il raffreddamento provoca, da un lato, la vasocostrizione dei piccoli vasi del cuoio capelluto, con la conseguente riduzione dei citostatici che raggiunge le cellule pilifere, e dall’altro il rallentamento del metabolismo. Ne risulta una riduzione dell’apporto e dell’attività dei principi attivi nella radice del capello e quindi dei danni a carico delle cellule pilifere. L’idea di raffreddare il cuoio capelluto non è nuova e deriva dal fatto che il freddo esercita un’azione protettiva sui bulbi piliferi, frenando localmente l’attività “distruttiva” dei chemioterapici.
Il sistema è costituito da un’unità di raffreddamento e controllo, collegata a un casco in silicone DigniCap e un corrispondente casco in neoprene. Quest’ultimo garantisce che il casco in silicone si adatti perfettamente al cuoio capelluto assicurando, allo stesso tempo, il mantenimento della temperatura ideale ottimale. Il sistema grazie a un sofisticato meccanismo refrigerante monitorato da sensori, mantiene una temperatura bassa per tutta la seduta della chemioterapia. DigniLife™ permette di mantenere una temperatura costante del cuoio capelluto compresa tra i 3 e i 5 gradi: il raffreddamento avviene in modo graduale per causare il minor disagio possibile alla paziente, e si mantiene stabile garantendo una sicura efficacia.
L’apparecchiatura è dotata di 2 postazioni impiegate in contemporanea: alle pazienti viene fatta indossare una cuffia, simile ad un casco da parrucchiera, che abbassa la temperatura del cuoio capelluto. Si tratta di una cuffia di silicone morbido, collegata ad un impianto frigorifero compatto e costantemente monitorato, collocata sulla testa del paziente prima, durante e dopo il trattamento chemioterapico: la temperatura del cuoio capelluto viene abbassata gradualmente, facendo circolare un refrigerante speciale all’interno della cuffia, ed è mantenuta costante per tutto il periodo del trattamento, partendo da circa 30 minuti prima e continuando anche a fine seduta per un periodo di tempo che può variare da 45 minuti sino a 2 ore. L’apparecchiatura può essere utilizzata più volte nell’arco della giornata.
Da oggi questa apparecchiatura così efficace, molto diffusa all’estero ma in Italia disponibile solo in pochi centri, sarà a disposizione delle pazienti dell’Oncologia dell’AOU “Maggiore della Carità”.
“Per l’Oncologia dell’Aou avere questo strumento a disposizione significa non solo dare supporto psicologico alle pazienti ma anche poter offrire un servizio analogo a quello che danno le strutture milanesi – afferma la prof.ssa Alessandra Gennari – Infatti stiamo assistendo a una inversione della mobilità per cui molte donne ritornano a Novara per le chemioterapie e molte pazienti arrivano da fuori per la prima visita in caso di tumore alla mammella, settore in cui l’AOU è all’avanguardia. L’Oncologia di Novara si occupa non solo della malattia ma della persona nel suo complesso, mettendo la donna al centro della sua azione”.
«Si tratta di un altro obiettivo raggiunto nel percorso intrapreso da anni di umanizzazione delle cure in ambito oncologico – aggiunge il direttore generale dell’Aou, dott. Mario Minola – I successi recentemente raggiunti nelle cure di malattie ormai diventate tra quelle curabili impongono lo sviluppo di competenze non solo scientifiche ma anche interventi di supporto e conforto dei pazienti, indispensabili anch’essi per una maggior efficacia delle terapie. Dobbiamo anche in questo caso ringraziare la Lilt che, con la Fondazione Comunità Novarese Onlus e la collaborazione di tanti donatori, ha reso possibile ancora una volta un progetto innovativo che pone all’avanguardia la nostra azienda».