Novara, 22.10.2018 – Si è svolto in questi giorni a Monaco di Baviera il congresso 2018 della “European Society of Medical Oncology” (ESMO) che ha visto la presenza di circa 28000 medici e ricercatori da tutto il mondo.
La partecipazione in qualità di relatori del professor Gianluca Gaidano, direttore della struttura complessa a direzione universitaria “Ematologia” e della professoressa Alessandra Gennari, direttore della struttura complessa a direzione universitaria “Oncologia” ha rappresentato un importante riconoscimento per la ricerca ematologica ed oncologica dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità di Novara.
La professoressa Gennari ha infatti illustrato i nuovi farmaci per il carcinoma mammario avanzato ed il professor Gaidano ha tenuto una conferenza sulla biopsia liquida in oncoematologia.
La biopsia liquida consiste in un semplice prelievo di sangue dal quale è possibile comprendere, grazie all’analisi del DNA rilasciato in circolo dal tumore, le caratteristiche biologiche della malattia.
In alcune neoplasie, il DNA tumorale circolante è oggi usato come un’alternativa non invasiva che permette di scegliere la terapia più efficace per il singolo paziente.
L’equipe dell’Ematologia di Novara ha voluto studiare la biopsia liquida nel linfoma diffuso a grandi cellule B e nel linfoma di Hodgkin, due tipi frequenti di linfoma nella popolazione adulta.
L’analisi del DNA plasmatico circolante mediante biopsia liquida ha dimostrato come questa metodica risulti molto efficace sia nell’identificare le mutazioni tipiche di questi linfomi, sia nell’individuare precocemente l’insorgenza di mutazioni che predicano un fallimento alla terapia in atto.
Nell’ambito di una collaborazione internazionale tra l’Ematologia di Novara e la Stanford University di San Francisco, è stato dimostrato che l’analisi del DNA tumorale circolante tramite biopsia liquida permette un monitoraggio altamente sensibile della risposta alla terapia in un modo non invasivo già a poche settimane dall’avvio della terapia.
La biopsia liquida potrà così essere integrata con le metodiche radiologiche comunemente utilizzate, come TAC e PET, per ottimizzare il percorso clinico del paziente.
La biopsia liquida, quindi, permettendo di selezionare i farmaci più efficaci per i singoli pazienti in base alle caratteristiche molecolari della malattia e grazie ad un più accurato monitoraggio della malattia, si candida per diventare un potente strumento di medicina personalizzata nei linfomi.
Il gruppo dell’Ematologia di Novara, attivo sulla biopsia liquida, è composto da una équipe internazionale di medici (dr. Riccardo Moia, dr. Luca Nassi) e biologi/biotecnologi (dr.ssa Fary Diop, dr.ssa Chiara Favini, dr.ssa Clara Deambrogi, dr.ssa Sruthi Sagiraju, dr. Ahad A. Kodipad) coadiuvati da studenti del Master Degree in Medical Biotechnologies.
I risultati della ricerca novarese sono stati pubblicati su importanti riviste internazionali, tra cui BLOOD (rivista ufficiale della American Society of Hematology, ASH) e Journal of Clinical Oncology (rivista ufficiale della American Society of Clinical Oncology, ASCO).
Proprio per i risultati finora ottenuti dall’Ematologia di Novara, la European Society of Medical Oncology (ESMO) ha invitato il prof. Gianluca Gaidano a tenere una conferenza al congresso ESMO.
La Professoressa Gennari, membro della European Society of Medical Oncology (ESMO) e componente del comitato per le linee guida europee sul carcinoma mammario dell’ESMO è stata invitata a tenere una relazione nella sessione dei poster orali del carcinoma mammario avanzato in cui ha presentato i dati di tre studi di fase I con nuovi farmaci diretti verso bersagli biologici, in fase precoce di sviluppo clinico.
Le sperimentazioni oncologiche di fase 1 testano nuove molecole, sperimentate solo negli animali o in vitro in pazienti con tumori in stadio avanzato.
Gli studi attuali di fase 1, rispetto a quelli tradizionali, sono più mirati e coinvolgono pazienti secondo criteri precisi e meglio definiti di arruolamento.
Questo comporta che i pazienti vengano selezionati in base al genotipo specifico. L'obiettivo finale è quello di capire come utilizzare questi farmaci in modo sicuro e come proseguire per il loro sviluppo, con nuove strategie terapeutiche.
Lo studio clinico costituisce l’ultima tappa di un lungo percorso della ricerca, soprattutto impegnata sulle nuove molecole e che ha inizio con gli esperimenti in laboratorio.
Solo se tutte le fasi precliniche dello sviluppo di una nuova molecola hanno mostrato risultati positivi, è possibile intraprendere la ricerca sull’uomo, spesso accompagnata anche da test diagnostici innovativi che possono aumentare le probabilità di successo dei nuovi approcci terapeutici.
Le sperimentazioni cliniche sono sottoposte a norme ben precise per quanto riguarda la tutela dei dati personali e il rispetto dei diritti umani.
Devono inoltre essere condotte secondo la normativa vigente che prevede, tra l’altro, l’osservanza delle regole di una buona pratica clinica regole riconosciute a livello internazionale quali requisiti minimi per una corretta conduzione degli studi clinici. Presso la Scdu Oncologia, dell’ospedale Maggiore di Novara, sotto la guida della professoressa Gennari e’ attivo un percorso diagnostico-terapeutico in grado di fornire alle circa 500 donne del novarese che ogni anno ricevono una diagnosi di tumore al seno e le circa 4.000 pazienti già in trattamento i più elevati livelli di trattamento, sotto la supervisione della dr.ssa Chiara Saggia, della dr.ssa Valentina Rossi e della dr.ssa Francesca D’Avanzo.