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8 Giugno 2021
Continua la collaborazione tra Fondazione BPN e AOU di Novara
Novara, 7 giugno 2021 – Da sempre vicina all’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, la Fondazione BPN per il territorio conferma nuovamente l’attenzione per le esigenze dell’ospedale di Novara, dando così continuità a quel progetto “aggiornamento al sistema utilizzato per la pianificazione dei trattamenti di radioterapia nei pazienti oncologici” che si è sviluppato negli ultimi anni proprio grazie alla collaborazione con la Fondazione.
L’ultimo tassello è rappresentato dalla donazione di 50 mila euro quale contributo per garantire l’aggiornamento del sistema utilizzato per la pianificazione dei trattamenti di radioterapia nei pazienti oncologici nella Struttura di Radioterapia oncologica, diretta dal professor Marco Krengli e nella Struttura di Fisica sanitaria diretta dal dottor Marco Brambilla.
Si tratta dell’aggiornamento evolutivo del sistema hardware per Piani di Trattamento Radioterapici (TPS) RayStation (sistema che integra in un’unica piattaforma l’innovazione necessaria al giorno d’oggi in Radioterapia). L’aggiornamento si rende necessario per rendere compatibile il sistema con le nuove versioni del software applicativo RayStation: il risultato è quello di permettere l’utilizzo contemporaneo dell’applicativo, mediante qualsiasi tipo di Personal Computer o Apple o semplici Tablet, collegati in rete locale, sia dall’interno della struttura ospedaliera sia da sedi delocalizzate sul territorio o in mobilità, accedendo a tutte le funzionalità del TPS RayStation, integrando e ottimizzando le risorse tecnologiche ed umane.
«La Fondazione Banca Popolare di Novara – dichiara il suo presidente Franco Zanetta – su segnalazione del direttore generale uscente dell’Aou “Maggiore della Carità” dottor Mario Minola, già in procinto di assumere il nuovo incarico a livello regionale, ha ritenuto quale opportuno segno di continuità di destinare la somma di 50.000 euro per l’aggiornamento del sistema utilizzato per la pianificazione dei trattamenti di radioterapia nei pazienti oncologici.
Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha apprezzato particolarmente la finalità di garantire l’efficienza delle procedure in ambito radioterapico all’interno di Strutture Complesse Sovrazonali di Radioterapia Oncologica e di Fisica Sanitaria che interessano tutto il quadrante del Piemonte Nord-orientale (Novara, Vercelli, Verbania e, per Fisica Sanitaria, Biella), con la possibilità di integrazione con altri centri radioterapici regionali. L’ampliamento dell’affidabilità e della capacità di prestazioni in questo campo a favore di un numero maggiore di cittadini e pazienti del territorio è un obiettivo di grande valenza, che va nella direzione di estendere i benefici della ricerca e delle buone prassi di cura e assistenza».
«La Fondazione – conclude Zanetta – ha il piacere di sottoscrivere l’impegno di contributo per tale iniziativa con il nuovo direttore generale, dottor Gianfranco Zulian, a conferma di una volontà di impegno a favore dell’Aou “Maggiore della Carità” che trova nella stima e nella considerazione per chi ne è chiamato alla guida l’elemento fondamentale per una collaborazione piena e fruttuosa a vantaggio della comunità».
«L’attuale epidemia – afferma il direttore generale dell’Aou, il dottor Gianfranco Zulian – non ci deve far dimenticare la necessità di intervenire al meglio in tutti i settori, in modo da garantire i migliori risultati a favore dei pazienti del nostro territorio. La conferma della vicinanza della Fondazione BPN alle esigenze del nostro ospedale ci sprona ancora di più nella ricerca delle migliori soluzioni per confermare l’eccellenza dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara e il suo ruolo di hub per le quattro province del Piemonte nord-orientale».
«La radioterapia rappresenta oggi, insieme a chirurgia e trattamenti farmacologici, una delle tre principali armi per la cura delle malattie tumorali. Si calcola che oltre il 50% dei pazienti affetti da tumore dovrà sottoporsi a un trattamento radiante che, nella maggioranza dei casi, ha uno scopo curativo. Nella pianificazione della radioterapia, il sistema per piani di trattamento, costituito da un insieme sofisticato di hardware e software ha un ruolo centrale – sostiene il professor Krengli – Il sistema di pianificazione per piani di trattamento che sarà implementato con un aggiornamento di hardware e software nella SCDU di Radioterapia Oncologica rappresenta (Raystation, Raysearch Laboratories AB, Stoccolma, Svezia), rappresenta uno strumento all’avanguardia nell’ambito della pianificazione della radioterapia per i pazienti oncologici.
Tale sistema integra, in un’unica piattaforma, la maggior parte dei requisiti tecnologici necessari, al giorno d’oggi, per governare i flussi di lavoro e per fornire ai pazienti un trattamento di qualità che combini sicurezza, affidabilità e precisione nell’ erogazione della dose di radioterapia. Nella fattispecie, tale sistema è particolarmente efficiente nella pianificazione dei trattamenti volumetrici a intensità modulata, nella gestione delle tecniche speciali di radiochirurgia/radioterapia stereotassica e delle procedure di radioterapia adattativa. Tale affidabilità e capacità di prestazione sono requisiti fondamentali per garantire e mantenere la qualità dall’offerta terapeutica al passo con i tempi e sostenere l’attività di ricerca e sviluppo in ambito clinico in cui la SCDU di Radioterapia Oncologica e la SCDO di Fisica Sanitaria dell’AOU ‘Maggiore della Carità’ di Novara si sono sempre distinte. Dal punto di vista dell’architettura informatica di sistema, la piattaforma Raystation permette, altresì, la gestione puntuale e affidabile dei processi di lavoro nell’ambito sovra-zonale di quadrante favorendo l’efficienza delle procedure relative alla pianificazione del trattamento radioterapico svolti nell’ambito delle funzioni attribuite alle Strutture Complesse Sovrazonali di Radioterapia Oncologica (Novara, Vercelli, Verbania) e di Fisica Sanitaria (Novara, Vercelli, Verbania, Biella), con la potenzialità di implementare nuove integrazioni con altri centri regionali di radioterapia. La virtualizzazione del sistema Raystation su server dedicato, rispetto all’attuale configurazione stand-alone, permetterebbe l’uso remoto del TPS rendendolo simultaneamente disponibile a più utenti tramite un meccanismo di licenze flottanti.
Il vantaggio evidente consistere nell’ottimizzazione dell’uso del TPS, con un conseguente incremento dell’efficienza nella gestione dei processi lavorativi e delle risorse umane (medici oncologi radioterapisti e fisici) dedicate alla pianificazione e alla erogazione del trattamento radioterapico. La virtualizzazione del TPS si prospetta come la soluzione ideale per la gestione del flusso lavorativo all’interno delle strutture di Radioterapia Oncologica e di Fisica Sanitaria della nostra Azienda, che operano in un contesto sovra-zonale. Essa permetterà di integrare definitivamente le varie sedi in termini di infrastrutture informatiche, processi di lavoro e protocolli di trattamento, aumentando contestualmente la resilienza dei centri e la robustezza degli approcci di trattamento.
Un particolare ringraziamento va alla Fondazione Banca Popolare per il Territorio che continua a dimostrare una elevatissima sensibilità per la cura dei pazienti affetti da tumore e, come in passato, finanzia iniziative volte al migliorare le possibilità di trattamento e di guarigione per questa malattia che, grazie ai progressi anche in ambito tecnologico, sta diventando sempre più curabile».
«La virtualizzazione del sistema di pianificazione per piani di cura (TPS) Raystation – spiega il dottor Brambilla – è un elemento centrale del rafforzamento dell’offerta terapeutica della Radioterapia di Novara estesa a tutto il territorio del Piemonte Orientale. Tale sistema integra, in un’unica piattaforma, la maggior parte dei requisiti tecnologici necessari all’esecuzione delle tecniche di irradiazione più avanzate fornendo ai pazienti trattamenti di qualità, altamente personalizzati, che combinano sicurezza, affidabilità e precisione nell’ erogazione della dose di radioterapia. La virtualizzazione del TPS permette di mettere in rete questi strumenti nell’ambito sovra-zonale di quadrante costituito dai centri di radioterapia di Novara, Vercelli, Verbania e Biella. Essa consente l’accesso remoto simultaneo a più utenti con evidenti vantaggi in termini di ottimizzazione delle risorse di calcolo del sistema e delle risorse umane impiegate presso le strutture di Radioterapia e di Fisica Sanitaria della nostra azienda che operano nel contesto sovra-zonale. La realizzazione di questo progetto rappresenta un passo importante nel processo di integrazione delle varie sedi in termini di infrastrutture informatiche, processi di lavoro e protocolli di trattamento, incrementando contestualmente la resilienza dei centri e la robustezza degli approcci di trattamento».

26 Maggio 2021
Dall’AVIS quattro computer donati all’AOU
L’Avis provinciale e l’Avis comunale di Novara hanno donato all’azienda ospedaliero-universitaria di Novara quattro computer per il Servizio trasfusionale dell’Aou.
«E’ un gesto – hanno dichiarato il presidente Avis provinciale Gianfranco Borsotti e il presidente dell’Avis Comunale, Giorgio Dulio – che vuole manifestare la vicinanza dell’Avis al Servizio trasfusionale e vuole essere l’occasione per ricordare l’importanza della donazione di sangue e il suo ruolo fondamentale per l’assistenza ospedaliera».
Alla consegna dei computer erano presenti il direttore generale dell’Aou, il dott. Gianfranco Zulian, il dott. Pierangelo Bescapè, direttore facente funzioni della Medicina trasfusionale, il dott. Gennaro Mascaro, che ha retto il servizio fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

26 Maggio 2021
Ospedalizzazione a domicilio, l’AOU e il progetto CANP premiati a Torino
“CANP – La CAsa Nel Parco”, progetto per l’ospedalizzazione a domicilio è il vincitore del Premio IR20 Piemonte Innovazione e Ricerca, istituito dalla Regione Piemonte per valorizzare un sistema fondamentale per lo sviluppo del territorio.
La premiazione si è svolta il 24 maggio nel Museo Egizio di Torino.
L’ Azienda ospedaliero-universitaria di Novara è stata coinvolta come partner del progetto e in particolare il Centro SLA (di cui è responsabile la dott.ssa Letizia Mazzini) della Struttura complessa di Neurologia, diretta dal prof. Roberto Cantello, ha proposto uno studio mirato a sperimentare un nuovo modello assistenziale, integrato e complementare agli standard di cure già in atto per i pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica.
«Il progetto – spiega la dott.ssa Mazzini, che ha coordinato l’iniziativa con la dott.ssa Raffaella Garone – è risultato fondamentale nell’anno di pandemia da COVID-19, perché ha permesso la gestione a distanza di pazienti fragili e complessi, limitandone l’accesso in ospedale, evitando l’esposizione al rischio infettivo, ma al tempo stesso monitorando e rispondendo alle necessità clinico-assistenziali dei pazienti».
«Il premio a CANP, di cui il Centro Sla è partner fondamentale – afferma il direttore generale dell’Aou, il dott. Gianfranco Zulian – è un importante riconoscimento che va a premiare il costante impegno dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara nella ricerca e innovazione, aspetti decisivi per un approccio sanitario moderno ed efficace».

26 Maggio 2021
Giornata nazionale del sollievo 2021: Sollievo e Neuromodulazione
La Giornata del Sollievo è stata istituita nel 2001 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri allo scopo “di promuovere e testimoniare la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso di vita”. Nel corso degli anni, andando incontro ai bisogni reali dei cittadini, la mission della Giornata si è estesa alla diffusione ed alla cultura del sollievo dalla sofferenza in tutte le condizioni di malattia ed esistenziali.
Quest’anno la XX giornata nazionale del Sollievo cade il 30 maggio 2021 e purtroppo, l’eccezionalità del momento legata all’emergenza Covid-19, non consentirà la sua celebrazione con eventi pubblici in presenza, come di consueto.
Nell’ottica dello spirito della Giornata è stato attivato di recente presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità” di Novara un Centro di Neuromodulazione multimodale.
La neuromodulazione è una terapia che può aiutare a ripristinare la funzionalità del tessuto nervoso compromesso da una patologia attraverso la somministrazione di impulsi elettrici o di farmaci e che viene erogata quando le terapie convenzionali risultano inefficaci nel garantire un’adeguata gestione del paziente con patologie che tendono a cronicizzarsi.
Lo scopo di questo Centro, multispecialistico poiché coinvolge diversi specialisti afferenti alle diverse aree terapeutiche per cui questa terapia è indicata, è quello di arrecare sollievo dalla malattia di Parkinson e dai disturbi del movimento, dalla spasticità, dal dolore cronico, dall’epilessia farmaco resistente e dall’incontinenza. Ciò è possibile grazie all’approccio multidisciplinare che i diversi pazienti ricevono, data la loro elevata complessità assistenziale, ed alla rete di collaborazione che si crea con il territorio.
Gli specialisti coinvolti afferiscono a diverse strutture, quali la Neuropsichiatria infantile, la Neurochirurgia, la Psicologia Clinica, la Neurologia, l’Urologia, la Terapia del Dolore e la Fisiatria e sono contattabili dai medici e dai pazienti via mail (neuromodulazione@maggioreosp.novara.it).

26 Maggio 2021
Ambulatorio di genetica clinica: test BRCA
Sottoporsi a test genetico per verificare se si è portatori di mutazioni dei geni BRCA1 o BRCA2 è un passo importante sia a livello di prevenzione oncologica che di terapia medica.
Presso l’ambulatorio di Genetica clinica dell’AOU “Maggiore della Carità” di Novara è attivo un servizio di visita e consulenza genetica oncologica dedicato alla gestione e al supporto delle persone “ad alto rischio” di sviluppare forme tumorali con una componente ereditaria. Oltre alla consulenza in ambito oncologico, l’ambulatorio accoglie i pazienti con sospetta condizione genetica in età pediatrica e adulta e fornisce assistenza anche in epoca preconcezionale e prenatale. All’ambulatorio di Genetica hanno accesso sia i pazienti dell’AOU “Maggiore della Carità” su richiesta specialistica sia i pazienti esterni che possono prenotare la visita al CUP regionale (800 000 500) con impegnativa del curante per “prima visita genetica”.
La consulenza di carattere onco-genetico da parte di medici specialisti dà la possibilità di pianificare un percorso di prevenzione e di cura più mirata ed efficace. Durante un primo colloquio conoscitivo, sulla base della storia personale e familiare, i medici specialisti valutano l’opportunità di effettuare un test genetico che ricerca la presenza di mutazioni in particolare nei geni BRCA1 posto sul cromosoma 17, e BRCA2 posto sul cromosoma 13. Le mutazioni a carico di questi geni conferiscono un aumentato rischio di sviluppare un tumore della mammella e/o un tumore dell’ovaio, rischio che, in alcuni casi, può arrivare fino all’80 per cento. La stima media del rischio può cambiare di molto in funzione della variante, della storia familiare e di altri fattori ancora poco noti. I tumori mammari associati a mutazioni genetiche (5-7% del totale) spesso, anche se non esclusivamente, si caratterizzano per un’insorgenza più precoce rispetto alla popolazione generale e interessano donne giovani in piena progettualità di vita, di studio o professionale, con importanti ricadute anche sulla vita sessuale e sulla fertilità.
I geni BRCA1 e BRCA2 (BR per breast = seno e CA per cancer = cancro) controllano la proliferazione cellulare e il riparo del DNA, agendo da freno sulla moltiplicazione incontrollata delle cellule anomale che possono causare l’insorgenza dei tumori. Per questo sono chiamati geni oncosoppressori e la loro funzione si esprime principalmente su seno e ovaio. Avere ereditato un gene BRCA1 o BRCA2 mutato determina un aumentato rischio di sviluppare un tumore alla mammella o all’ovaio, ma non rappresenta un evento certo: altri fattori genetici e ambientali possono contribuire all’insorgenza del tumore stesso.
Sebbene il rischio sia inferiore, la presenza di mutazione BRCA ha un impatto anche nei soggetti di sesso maschile. Si è visto, per esempio, che nel maschio, soprattutto le mutazioni nel gene BRCA2, comportano un rischio consistente di tumore della mammella e della prostata (spesso a insorgenza giovanile prima dei cinquant’anni e biologicamente più aggressivo), di melanomi e di tumori del pancreas.
I campioni da testare sono analizzati direttamente presso l’AOU di Novara. “Presso il laboratorio analisi – spiega il professor Umberto Dianziani, direttore della struttura complessa a direzione universitaria Biochimica clinica – è attivo un settore di diagnostica genetica. Il settore è diretto dalla professoressa Mara Giordano ed è in grande crescita per venire incontro alle sempre maggiori richieste dell’ospedale e del territorio. Da alcuni mesi – prosegue il professor Dianziani – è stata anche iniziata l’analisi dei geni BRCA che ormai è diventata fondamentale per la gestione dei tumori mammari e di altri tumori. Il nostro laboratorio si è così affiancato al centro di riferimento regionale di genetica situato all’ospedale Molinette di Torino”.
Occorre tenere presente che i test genetici BRCA possono essere richiesti esclusivamente dal medico genetista o dall’oncologo di riferimento ai pazienti che rientrino nei criteri di accesso al test che individuano i soggetti che hanno una probabilità di mutazione uguale o maggiore al 10%.
La dottoressa Alice Spano, medico specialista in genetica medica dell’ambulatorio di Genetica Clinica spiega in cosa consistono il servizio di consulenza oncogenetica e il test genetico BRCA.
Che cos’è la consulenza genetica oncologica?
La consulenza genetica oncologica consiste in un colloquio che, nella fase pre-test, mira a ricostruire, anche attraverso l’acquisizione della relativa documentazione, la storia personale e familiare del paziente con il fine di valutare l’indicazione a eseguire il test genetico. Si cerca di identificare quale sia il soggetto della famiglia più “informativo” cioè quel soggetto in cui è più probabile identificare una mutazione dei geni BRCA e si spiegano al paziente le implicazioni dell’analisi per lui e la sua famiglia sulla base dei possibili risultati. Durante la consulenza post-test si fornisce una spiegazione dettagliata del risultato, del suo significato in termini di rischio e possibilità di prevenzione e si valuta l’indicazione a estendere l’analisi ai familiari a rischio.
Quando è necessario rivolgersi a uno specialista?
È consigliabile in caso di storia personale caratterizzata da una ricorrenza dello stesso tipo di tumore in più familiari e/o dall’insorgenza della patologia oncologica in età precoce.
Qual è l’obiettivo del test genetico BRCA?
L’obiettivo è identificare la presenza di varianti patogenetiche correlate a un’alta probabilità di sviluppare il tumore per individuare all’interno di un nucleo familiare i soggetti ad alto rischio e permettere loro di accedere a un percorso mirato di prevenzione.
Che tipo di campione è richiesto?
Un semplice prelievo di sangue. Il campione è direttamente analizzato presso il nostro ospedale.
Quali sono i vantaggi del test?
L’esecuzione del test consente di poter fare scelte importanti in termine di prevenzione o di terapia.
Quali sono i limiti del test?
Un test negativo non esclude la presenza di altri fattori genetici non identificati, perché magari si trovano in altre parti del gene o in altri geni, che possono comunque aumentare il rischio personale o familiare di sviluppare il tumore al seno o all’ovaio. Talvolta inoltre non è possibile testare il soggetto più informativo della famiglia per esempio perché non è disponibile a fare il test oppure è deceduto e in questo modo si riduce la possibilità trovare la mutazione familiare e avviare cosi l’indagine “a cascata” nei soggetti a rischio. Può capitare anche di identificare varianti di incerto significato di cui, in base alle conoscenze attuali, non sappiamo con certezza se siano associate o meno a un alto rischio e la cui interpretazione non è chiara e deve essere rivalutata nel tempo. Quest’ultima condizione può essere difficile dal punto di vista psicologico per chi ne è portatore.
Che cosa succede in caso di test positivo?
Si accede alla consulenza post test in cui si spiegano tutte le implicazioni e sono segnalati i familiari che si ritengono opportuni informare della presenza della mutazione per consentirgli a loro volta di accedere a una consulenza genetica. In seguito il paziente è avviato alla successiva gestione clinica di tipo multidisciplinare che coinvolge in particolare i reparti di Oncologia, Senologia e Ginecologia. Il paziente ha quindi accesso a un percorso di follow up mirato oppure a interventi di chirurgia profilattica come per esempio la mastectomia bilaterale o l’asportazione delle ovaie e delle tube.
A cura di Sara Bovio

18 Maggio 2021
Dalla UE assegnato all’AOU di Novara un robot di disinfezione
Novara, 18 maggio 2021 – A suo tempo, l’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara aveva partecipato a un bando europeo per l’assegnazione di un robot di disinfezione e ora è arrivata la risposta positiva da parte della Ue: l’apparecchio è stato collaudato ed è già in funzione. Il robot è progettato per essere parte di una normale routine di pulizia e mira a ridurre la diffusione di malattie infettive, batteri e altri tipi di microrganismi organici nocivi e agenti patogeni nell’ambiente; è certificata anche l’efficacia per la decontaminazione di ambienti che hanno ospitato pazienti affetti da Covid 19.
E’ un robot di disinfezione autonomo, flessibile e modulare. Il robot utilizza sorgenti di luce Uvc ad alta potenza per disattivare batteri nocivi, funghi e agenti patogeni che causano infezioni e malattie. Il sistema di guida autonoma consente agli operatori di chiamare facilmente il robot tramite il suo tablet e inviarlo alla posizione desiderata durante la pulizia iniziale. Dopo che la pulizia è stata eseguita nella stanza, il robot viene messo in azione. Una volta che il tablet è stato posizionato in modo sicuro sulla porta chiusa e la disinfezione è iniziata, l’operatore può continuare il lavoro pianificato anche altrove fino a quando il tablet non mostra che il lavoro del robot è terminato

17 Maggio 2021
“La casa nel parco”: un progetto all’avanguardia del Centro SLA
Novara, 17 maggio 2021 – Il progetto “La Casa nel Parco” è risultato vincitore, per la categoria “Ehealth, Bioinformatica and ICT for health research”, del bando della Regione Piemonte “Piattaforma tecnologica Salute e Benessere” nel campo delle applicazioni per assistenza domiciliare.
Il progetto nasceva con lo scopo di proporre soluzioni informatiche a supporto di medici e pazienti, attraverso l’applicazione di tecnologie di telemedicina e tele-monitoraggio per supportare l’accessibilità delle informazioni e dei servizi sanitari, il decentramento della cura, la razionalizzazione delle risorse e il miglioramento dei percorsi assistenziali per i pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).
Oggi si terrà on line l’evento di chiusura del progetto.
L’ Azienda ospedaliero-universitaria di Novara è stata coinvolta come partner del progetto ed in particolare il Centro SLA (di cui è responsabile la dott.ssa Letizia Mazzini) della Struttura complessa di Neurologia, diretta dal prof. Roberto Cantello, ha proposto uno studio mirato a sperimentare un nuovo modello assistenziale, integrato e complementare agli standard di cure già in atto per i pazienti affetti da Sclerosi Laterale Amiotrofica
Nel progetto sono stati coinvolti diversi professionisti sanitari, tra cui neurologi, pneumologi, dietologi, psicologi e fisioterapisti con l’obiettivo di fornire supporto personalizzato a seconda dell’esigenza del singolo paziente.
Il progetto, coordinato dalla dottoressa Letizia Mazzini e dalla dottoressa Raffaella Garone, è incominciato nei primi mesi del 2020 con un approccio interdisciplinare basato su una visione human-centered ed è stato realizzato grazie a un insieme di tecnologie di avanguardia – ma al tempo stesso sostenibili e realisticamente applicabili. Il progetto è risultato fondamentale nell’anno di pandemia da COVID-19, perché ha permesso la gestione a distanza di pazienti fragili e complessi, limitandone l’accesso in ospedale, evitando l’esposizione al rischio infettivo, ma al tempo stesso monitorando e rispondendo alle necessità clinico-assistenziali dei pazienti.

17 Maggio 2021
Prima epatectomia destra robotica in Piemonte eseguita presso l’AOU di Novara
Novara, 15 maggio 2021 – E’ stato eseguito all’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara il primo intervento in Piemonte di epatectomia destra con l’utilizzo del robot “Da Vinci Xi”. Prima dell’intervento il paziente era stato sottoposto ad un programma di chemioterapia neo-adiuvante che aveva permesso di ridurre il volume totale della neoplasia permettendo, così, un intervento più conservativo di quello originalmente pianificato.
Proprio grazie a questo lavoro di équipe, tra l’altro, il paziente ha potuto beneficiare anche della tecnica di chirurgica robotica, mini-invasiva.
Fino ad ora questo tipo di intervento veniva eseguito solo con tecnica tradizionale (chirurgia aperta) oppure in laparoscopia.
Lo sviluppo del programma di chirurgia robotica presso l’Aou di Novara e l’esperienza in Chirurgia epatica e laparoscopica del direttore della Struttura di chirurgia generale 2 ad indirizzo epato-bilio-pancreatico, dott. Raffaele Romito, e della sua équipe hanno permesso di raggiungere questo prestigioso traguardo.
«Sono particolarmente orgoglioso di quest’ultimo risultato raggiunto, che dimostra la serietà e la competenza del gruppo chirurgico (composto da chirurghi, anestesisti, infermieri) presente all’Aou di Novara – afferma il dott. Romito – Anche in questo momento di estrema difficoltà legata alla pandemia e alla carenza di risorse in sanità, l’azienda può contare su una équipe chirurgica proiettata al futuro e su un gruppo multidisciplinare di chirurgia robotica che è tra i più attivi ed organizzati in Italia»..
In effetti, come dichiarato dal prof. Alessandro Volpe, coordinatore del gruppo di progetto di chirurgia robotica dell’azienda e direttore della Struttura complessa di urologia, «grazie all’impegno e alla dedizione di tutte le figure professionali coinvolte anche in un anno estremamente complesso come il 2020, nel quale gran parte delle attenzioni in ambito sanitario sono state rivolte alla gestione dell’emergenza Covid, il gruppo multidisciplinare del “Maggiore” è riuscito ad eseguire circa 300 interventi di chirurgia robotica per il trattamento di patologie oncologiche, un numero significativamente superiore rispetto all’anno precedente. Interventi come quello appena eseguito confermano il continuo percorso di sviluppo e di innovazione chirurgica al servizio della popolazione che afferisce alla nostra Azienda».

13 Maggio 2021
Giornata Internazionale dell’Infermiere
Novara, 13 maggio 2021 – In occasione della “Giornata Internazionale dell’Infermiere”, mercoledì 12 maggio 2021, presso l’Aula magna del “Maggiore”, la Fondazione Teatro Coccia, ha presentato in anteprima la micro opera “Dormire, guarire forse”, dedicata al personale sanitario infermieristico, medico e paramedico impegnato in questo difficile anno di lotta alla pandemia.
La storia si ispira ad un rapporto improvviso ed emozionante che lega, per un attimo solo, un’infermiera ad una malata.
Hanno partecipato all’incontro la direttrice del Teatro Coccia, Corinne Baroni, il regista dell’opera, Stefano Ferrara ed il compositore Salvatore Passantino.
La “Giornata” ha fornito ai rappresentanti del Lions Club Torre del Basto l’occasione di consegnare una targa al personale sanitario del “Maggiore” come riconoscimento per il lavoro svolto con disciplina ed umanità.
L’intero evento e l’opera sono disponibili sul canale You Tube del sito aziendale all’indirizzo:
https://www.youtube.com/channel/UCjkvCJwodhZXI11MxXHJN6A/videos

12 Maggio 2021
Al via i lavori del “Progetto Arcuri” per una nuova Terapia intensiva e subintensiva
Novara, 11 maggio 2021 – Inizieranno il prossimo giugno i lavori per il secondo lotto di opere che rientra nel cosiddetto “Progetto Arcuri” per potenziare le strutture sanitarie durante la pandemia-Sars Cov2; per l’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara erano stati approvati due interventi: in questo caso si tratta della realizzazione di uno spazio per una nuova terapia intensiva e di una nuova terapia sub intensiva sopra l’attuale sede del Pronto Soccorso, con un collegamento tra i padiglioni A e B.
In particolare, verranno creati ulteriori 10 posti letto di terapia intensiva e 8 di terapia semintensiva.
Il finanziamento è di 2,5 milioni di euro: entro fine maggio sarà pronto il progetto esecutivo e poi inizieranno i lavori, che saranno terminati, secondo le previsioni, entro la fine del 2021.
Il primo intervento, presentato lo scorso marzo, riguardava l’ampliamento e la riorganizzazione del Pronto Soccorso dell’Aou, con la realizzazione di un nuovo percorso di pre-triage e triage e di un ambulatorio e di una camera Covid.
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