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13 Dicembre 2021
Regali ai piccoli pazienti di Oncoematologia pediatrica
Novara, 13 dicembre 2021 – Come due anni fa (la pandemia l’ha reso impossibile l’anno scorso) anche quest’anno un gruppo di genitori ha voluto donare ai piccoli pazienti ricoverati in Oncoematologia Pediatrica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara giochi, pupazzi e bambole.
«E’ una iniziativa che ci siamo sentiti di prendere – spiega a nome del gruppo Giulio Liotta – perché intendiamo portare un po’ di serenità ai bambini che passano il periodo natalizio in ospedale».

9 Dicembre 2021
“Prendersi cura”: progetto multidisciplinare finanziato dall’associazione “Cometa”
Novara, 9 dicembre 2021 – “Prendersi cura” è un progetto finanziato dall’associazione “Cometa” (acronimo di Chirurgia oncologica malattie epatiche e tumori addominali) che segue il paziente a 360° gradi, accompagnandolo nella realtà ospedaliera all’interno di un percorso di cura e, quando necessario, sostenendolo nelle sue fragilità oltre che sul piano umano.
Il progetto, inizialmente studiato con i chirurghi della struttura Chirurgia generale 2, ha coinvolto anche i colleghi delle strutture Chirurgia generale 1, Medicina fisica e riabilitazione e Scienza dell’alimentazione-dietetica dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara.
L’obiettivo è quello di preparare i pazienti oncologici all’intervento chirurgico o di supportarli nel corso della terapia, previa valutazione del singolo caso. La persona viene accolta, accudita e preparata ad affrontare la terapia oncologica ritenuta più adeguata da un team di specialisti.
Attraverso un percorso specifico, il paziente viene seguito sia per quanto riguarda la fisioterapia richiesta per le fasi pre e post operatorie, sia anche per quanto riguarda l’aspetto della nutrizione affinché si possa ristabilire rapidamente dopo un intervento chirurgico o una seduta di chemioterapia.
Le attività previste dal progetto si svolgeranno in uno spazio individuato all’interno del reparto, che sarà dotato di particolari attrezzature, come cicloergometri mobili, poltrone ergonomiche e con altezza regolabile elettriche, ausili per una corretta postura del paziente a letto, deambulatori ad appoggio antibrachiale, saturimetri, apparecchi per misurazione della pressione sanguigna e incentivatori motori.
Questa attività verrà svolta, in accordo con le Strutture di Fisiatria e Riabilitazione e Nutrizione dell’Aou, in giornate concordate e alla presenza di specialisti che seguiranno i pazienti per quanto riguarda l’attività riabilitativa e le loro esigenze nutrizionali.
«L’associazione Cometa – spiega la presidente, Maria Cristina Bertoncelli – si è resa disponibile a finanziare il progetto, acquistando il materiale ritenuto necessario per lo svolgimento dei vari step terapeutici previsti per ogni singolo caso.
“Prendersi cura”, che vuole avere anche una valenza di studio clinico oltre che di assistenza ai pazienti interessati, prenderà il via con il mese di febbraio del 2022 e potrà svilupparsi ulteriormente in futuro sulla base dei dati e delle esigenze che verranno riscontrati dal personale medico coinvolto.
“Cometa” è nata nel 2021 su iniziativa di pazienti, ex-pazienti, famigliari e personale della Struttura Chirurgia generale 2 dell’Aou di Novara.
Il dott. Raffaele Romito (diretotree della struttura Chirurgia generale 2) sottolinea come «Cometa è un’associazione di volontariato che nasce dall’esigenza di creare una “rete” di comunicazione tra medici, pazienti e territorio. Il calcio di inizio per questa esperienza lo ha dato la Chirurgia generale 2, ma la partita è di tutti. Ed è proprio in questa ottica che nasce il primo progetto “Prendersi cura”; un progetto che aggrega diverse figure professionali che già collaborano all’interno dell’azienda con l’intento di aiutarle a creare un percorso dedicato ai pazienti con fragilità che dovranno affrontare una chirurgia complessa. Attraverso terapie mirate e personalizzate (nutrizione, fisioterapia motoria e respiratoria), attivate sia nel pre che nel post-operatorio, questi pazienti verranno preparati ad affrontare/sopportare meglio l’intervento chirurgico e/o le terapie oncologiche previste.
La presenza di Cometa e di progetti concreti rivolti ai pazienti e al territorio sono condizioni fondamentali per far conoscere la qualità delle cure prestate in Aou.; qualità e volumi di attività che hanno portato a posizionare la Chirurgia generale 2 tra i centri di riferimento qualificati per la chirurgia di fegato e pancreas ad elevata complessità».
Dichiara il prof. Sergio Gentilli (direttore della Struttura Chirurgia generale 1): «Il progetto proposto dall’associazione Cometa è particolarmente utile proprio perché segue il paziente a 360° e la Struttura di Chirurgia generale 1 è stata ben lieta di collaborare. Infatti, l’intervento di più strutture dell’Aou di Novara attorno a questo progetto conferma la volontà di tutta l’azienda di incentivare le forme di interventi multidisciplinari, che abbiano al centro il paziente».
Afferma il dott. Maurilio Massara (direttore della Struttura Medicina fisica e riabilitazione): «Ho accolto con entusiasmo la richiesta di collaborazione della nostra struttura da parte dott. Romito nell’inserirci nel percorso di trattamento di pazienti affetti da tumori dell’apparato digerente, del fegato, delle vie biliari e del pancreas.
Il nostro intervento, unitamente ad altri specialisti, sarà mirato dapprima alla valutazione delle autonomie generali, inserendo dei programmi di preparazione al post-intervento. La presa in carico riabilitativa sarà praticamente immediata al fine di ridurre al minino i rischi dell’allettamento correlato all’intervento e influire sui tempi di degenza restituendo il paziente alla propria famiglia il prima possibile ed in buone condizioni. Tutto ciò direttamente in reparto nella piccola “palestra” appositamente attrezzata proprio grazie all’associazione di volontariato “Cometa”.
«All’interno del percorso multimodale di ottimizzazione delle capacità funzionali del paziente chirurgico durante le settimane che precedono l’intervento un ruolo importante è svolto dal supporto nutrizionale (preabilitazione nutrizionale) – sostiene il dott. Sergio Riso, direttore della Struttura Scienza dell’alimentazione e dietetica – Sempre maggiori evidenze dimostrano che un adeguato trattamento nutrizionale preoperatorio, comprensivo di counseling dietistico ed utilizzo di specifici supplementi nutrizionali orali arricchiti in proteine, può contribuire ad un precoce recupero funzionale e ad una riduzione della durata della degenza attraverso l’ottimizzazione dello stato nutrizionale nei pazienti a rischio di malnutrizione e/o sarcopenia (perdita di forza, funzione e massa muscolare). Per favorire il recupero dallo stress chirurgico, questo tipo d’intervento nutrizionale non può che proseguire, in maniera strutturata, anche dopo la dimissione ospedaliera, soprattutto nei soggetti più anziani, fragili, sarcopenici. Il medico nutrizionista e il dietista rappresentano le figure chiave per quanto riguarda l’ambito nutrizionale, all’interno di questo percorso di cura che ha nella multidisciplinarietà la principale caratteristica».
Per il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, il dott. Gianfranco Zulian, il ruolo dell’associazione Cometa «di aggregare attorno a un progetto diverse professionalità va nella direzione da sempre indicata dalla direzione dell’Aou, ovvero quella di una multidisciplinarietà dell’intervento, in modo da assicurare prestazioni sanitaria ancora più efficaci»

6 Dicembre 2021
Riduzione dei tempi operatori e miglioramento dei risultati: i vantaggi dell’utilizzo della stampante 3D in Chirurgia Maxillo – Facciale
Negli ultimi anni la stampa 3D e le moderne tecnologie di “imaging” radiologico hanno apportato notevoli cambiamenti nella pratica clinica di medicina e chirurgia con l’obiettivo di favorire aggiornamento e specializzazione nel settore medico.
L’utilizzo di software per l’elaborazione delle immagini in formato “.dicom” sono sempre più di utilizzo quotidiano e consentono una miglior valutazione di esami come TC e RM.
Soprattutto in ambito chirurgico, le case produttrici hanno iniziato la programmazione e lo studio su modelli digitali 3D al fine di poter creare delle protesi impiantabili fatte su misura per i pazienti.
L’utilizzo di questa tecnologia in ambito ospedaliero ha però comportato un incremento dei costi per le Aziende che si traduce in una selezione dei soli casi più complessi.
E’ nata da questa considerazione l’idea di acquisire di una stampante 3D per il reparto di Chirurgia Maxillo-facciale dell’Aou, diretta dal professor Matteo Brucoli, il cui utilizzo è ormai diventato parte integrante nella pianificazione di alcuni interventi chirurgici consentendo sia un abbattimento dei costi sia la possibilità di sfruttare questa tecnologia per un maggior spettro di patologie.
“Basti considerare, ad esempio, che per un prototipo standard per una ricostruzione orbitaria (non personalizzato) il costo di produzione da parte di una ditta esterna è di circa 700 euro” – afferma il professor Brucoli – “mentre la creazione del modellino effettuata all’interno del reparto per lo stesso intervento chirurgico (e fatta su misura per il paziente) ha un costo di circa 40 euro. Negli interventi ricostruttivi con lembi liberi microvascolarizzati dopo resezioni estese dei mascellari (ad esempio per neoplasie sia maligne che benigne o nelle necrosi mandibolari da radioterapia o da bifosfonati)” – continua Brucoli – “le ditte produttrici simulano e programmano interamente l’intervento con i software creando dime chirurgiche di taglio e placche in titanio da ricostruzione interamente customizzate al costo di circa 4-5000 euro, mentre la programmazione eseguita direttamente dal reparto con l’utilizzo di placche in titanio da ricostruzione standard viene a costare circa 400 euro, cioè il prezzo dei sistemi di osteosintesi”.
La programmazione e la creazione di modelli 3D con la stampante passa attraverso varie fasi di progettazione, partendo dai dati degli esami TC e RM del paziente, tramite l’utilizzo di software dedicati.
E’ possibile trasformare i dati DICOM degli esami del paziente in dati STL, formato digitale fondamentale per utilizzare i programmi di modellazione digitale.
Infine tramite un programma di stampa vengono pianificate le caratteristiche del modellino 3D finale potendo scegliere il tipo di materiale e la qualità del prodotto in base all’utilizzo che se ne vuole fare.
Tutte le programmazioni sono interamente eseguite dalla equipé dei chirurgi maxillo-facciali utilizzando programmi gratuiti (open-source) e la stampante 3D a disposizione.
Ciò permette di ridurre notevolmente sia i costi sia i tempi operatori con un evidente minor disagio per il paziente.
“La stampante 3D, presente nel reparto di Chirurgia Maxillo-facciale viene utilizzata principalmente in tre ambiti”- spiega il professor Brucoli- “Nella fase di studio di interventi chirurgici complessi, dove vengono stampati i modelli stereolitografici dello scheletro facciale per studiarne in maniera più dettagliata possibile le caratteristiche al fine di avere una miglior visione tridimensionale in sala operatoria. In traumatologia per la creazione di dispositivi customizzati per i pazienti. In questi casi vengono stampati i modellini 3D delle ossa facciali e su di essi vengono modellate delle placche o delle mesh (griglie) in titanio da utilizzare in sala operatoria. Si ottiene in tal modo una ricostruzione ossea più accurata riducendo i margini di errore chirurgici ed i tempi operatori.
Infine in oncologia, ambito in cui si eseguono interventi demolitivi e ricostruttivi complessi, quali ricostruzioni mandibolari con lembi liberi o interventi che riguardano la demolizione e ricostruzione delle parti orbitarie. In questi casi viene pianificato l’intero intervento chirurgico digitalmente con i software e vengono stampate in 3D sia le repliche del distretto anatomico coinvolto nell’intervento chirurgico, che saranno di ausilio nell’intervento stesso, sia le dime di taglio per la resezione del tumore e per la modellazione dell’innesto in maniera precisa per la ricostruzione del difetto osseo mancante.
Sulla replica 3D dell’intervento chirurgico effettuata i giorni precedenti all’intervento, verrà modellata la placca da ricostruzione che avrà in sala operatoria un’unica posizione di fissaggio, poiché verranno sfruttati gli stessi fori di osteosintesi utilizzati per il posizionamento della dima chirurgica per la resezione del tumore.
Questa pianificazione oltre a ridurre in maniera consistente i tempi operatori (che in questa tipologia di interventi sono molto lunghi) porta ad un predicibile risultato estetico e funzionale”.

3 Dicembre 2021
“Storie di Donne che combattono in Silenzio”. Una serata per ricordare il dramma della violenza sulle donne
Un evento totalmente dedicato al tema della violenza contro le donne quello che ha avuto luogo nella serata di giovedì 2 dicembre 2021 nell’aula magna dell’ospedale Maggiore di Novara, organizzato e diretto dalla dottoressa Edit Shahi della Direzione sanitaria dei presidi ospedalieri con la collaborazione di un gruppo formato da ginecologici, ostetriche, caposala, assistenti sociali, infermieri e psicologhe dell’Azienda.
Inserito nella suggestiva cornice del quadriportico dell’ospedale Maggiore l’appuntamento ha avuto avvio all’aperto con una mini-mostra di “manifesti” e vestiti appesi come i destini delle donne che li hanno indossati.
Denso di empatia, il messaggio introduttivo del direttore sanitario, dottoressa Daniela Kozel, sul drammatico problema della violenza sulle donne.
D’effetto anche la musica e la scenografia con giochi di luci e fiori, oltre agli abiti neri con le coccarde e le scarpe rosse indossati dalle protagoniste dell’evento e la regia composta dai molti monologhi coinvolgenti e carichi di quel dolore che solo una storia vera e ben raccontata sa suscitare e trasportare nella sofferenza di chi li ha realmente vissuti.

2 Dicembre 2021
La struttura Emergenza sanitaria 18 tra i protagonisti de “La strada si fa scuola”
Novara, 2 dicembre 2021 – Anche la centrale operativa del 118 è stata tra i protagonisti de “La strada si fa scuola”, l’evento organizzato dalla Questura di Novara con l’Istituto Comprensivo Bellini di Novara.
Gli operatori hanno predisposto un gazebo per ricevere i numerosi studenti che volevano conoscere come si svolge l’attività del 118: in particolare, si sono svolte simulazioni di chiamate di intervento, di come viene organizzata l’emergenza e della risposta che viene data.
«E’ stata un’esperienza molto interessante – afferma il responsabile del 118 per Novara, Vercelli, Biella e Vco, il dott. Roberto Gioachin – che ci ha permesso di illustrare la nostra attività, in modo che i ragazzi potessero capire l’impegno cui siamo chiamati quotidianamente e quali difficoltà ci troviamo ad affrontare. La risposta degli allievi dell’Istituto Comprensivo Bellini à stata davvero positiva».

2 Dicembre 2021
3 “bollini rosa” all’A.O.U. “Maggiore della Carità ” di Novara
Sono 3 i “bollini rosa” attribuiti oggi all’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara dalla Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere per il biennio 2022-2023.
Fondazione Onda, assegna i “bollini rosa” agli ospedali che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie che riguardano l’universo femminile.
Rispetto al biennio precedente gli ospedali premiati sono aumentati, passando da 335 a 354. Oltre a una crescita numerica, si assiste a un miglioramento qualitativo dei servizi erogati: gli ospedali che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, tre bollini, sono infatti passati da 96 dello scorso bando a 107 di questa edizione. 172 strutture hanno conseguito due bollini e 75 un bollino.
Tre i criteri di valutazione tenuti in considerazione:
– la presenza di specialità cliniche che trattano problematiche di salute tipicamente femminili e trasversali ai due generi che necessitano di percorsi differenziati;
– la tipologia e appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici e servizi clinico-assistenziali in ottica multidisciplinare;
– l’offerta di servizi relativi all’accoglienza e alla degenza delle utenti a supporto dei percorsi diagnostico-terapeutici (volontari, mediazione culturale e assistenza sociale) e infine il livello di preparazione dell’ospedale per la gestione di vittime di violenza fisica e verbale.
A partire dal 10 gennaio 2022 sul sito www.bollinirosa.it sarà possibile consultare le schede degli ospedali premiati, suddivisi per regione, con l’elenco dei servizi valutati.

2 Dicembre 2021
Progetto di ricerca unico in Italia con finanziamento della Fondazione Capurro
Novembre, 30 novembre 2021 – Un finanziamento della Fondazione “Franca Capurro” alla struttura di Medicina interna 1 (diretta dal prof. Mario Pirisi) dell’Azienda ospedaliero-universitaria permetterà l’avvio di un progetto di ricerca, al momento mai proposto in Italia, sulla sorveglianza periodica mediante ecografia semestrale per i pazienti cirrotici HCV guariti dopo trattamento dell’epatite C.
Spiega il prof. Pirisi: «L’introduzione dei nuovi farmaci per il trattamento dell’epatite C, i cosiddetti antivirali diretti (DAA), ha portato a ottenere una guarigione dall’infezione in ben oltre il 95% dei casi. Tuttavia, i pazienti curati dal virus in una fase avanzata di malattia (cirrosi) restano a rischio di sviluppare un tumore maligno del fegato, l’epatocarcinoma, quale conseguenza del prolungato stato infiammatorio precedente alla guarigione dall’infezione. Sulla scorta di tali osservazioni le attuali linee guida raccomandano il proseguimento della sorveglianza periodica mediante ecografia semestrale per i pazienti cirrotici HCV guariti dopo trattamento. Questa strategia è volta a una diagnosi precoce dell’epatocarcinoma, in una fase iniziale nella quale le possibilità di trattamento siano migliori: essa trova però il suo limite nella sensibilità dell’ecografia, che è molto meno che ottimale (circa del 63%), e nella non sempre pronta disponibilità di tale indagine sul territorio. A queste note limitazioni, si sono aggiunte le difficoltà insorte nell’ultimo anno e mezzo a causa della pandemia Covid. In questo periodo, infatti, tutte le campagne di screening oncologico sulla popolazione hanno subito una drammatica battuta d’arresto, dovuta alla necessità di dirottare risorse umane ed economiche alla gestione della pandemia, limitando di fatto l’accesso dei pazienti a visite ed esami non giudicati urgenti. In questo contesto, l’utilizzo di predittori alternativi dello sviluppo di epatocarcinoma e l’individuazione di test sierologici che possano essere considerati surrogati dell’ecografia nello screening dell’epatocarcinoma, risulterebbe di particolare interesse.
«Nello specifico – aggiunge il prof. Pirisi – è meritevole di attenzione l’utilizzo di un algoritmo di intelligenza artificiale, il GALAD score (acronimo di Gender, Age, AFP-L3, AFP e Des-carboxy-prothrombin), che consente di calcolare la probabilità di HCC in un paziente cirrotico, basandosi sulla combinazione di parametri demografici (sesso ed età) e biochimici (AFP, AFP-L3 e des-carbossi-protrombina), senza necessità di imaging, con una sensibilità – stando alla letteratura scientifica – almeno del 75% ed una specificità dell’89 %. Questo test, a nostra conoscenza, non è ad oggi mai stato applicato in Italia, in primis perché non incluso tra le prestazioni fornite dal Sistema Sanitario e poi perché richiede una specifica strumentazione non disponibile anche in laboratori per altri versi ben attrezzati».
Grazie ad un finanziamento ottenuto dal Fellowship Program di Gilead, che ha ritenuto di premiare con 30.000 euro un progetto di ricerca della Struttura di Medicina 1 dell’Aou su questa tematica, e al contributo della Fondazione Franca Capurro, che ha aggiunto in questa delicata fase di avvio del progetto ulteriori 6.000 euro, «all’Aou – conclude il prof.Pirisi – contiamo di avere presto la possibilità di iniziare un programma di sorveglianza gratuita tramite GALAD score. I test biochimici saranno eseguiti presso la struttura Biochimica clinica (diretta dal Prof. Umberto Dianzani) un gruppo di oltre 400 pazienti guariti dall’epatite C, già trattati presso l’ambulatorio epatologico di Medcicina interna 1. Contiamo di sottoporre al locale Comitato Etico il nostro progetto di ricerca, che pensiamo di estendere ad altre realtà regionali, e di iniziarlo prima possibile».
Dichiara Filippo Arrigoni, presidente della Fondazione “Franca Capurro”: «Sono davvero felice di poter continuare la collaborazione, iniziata molti anni fa tramite il finanziamento di una borsa di dottorato, con il prof. Pirisi e la struttura che dirige.
Uno degli effetti più devastanti, e forse tutt’oggi più sottovalutati, della pandemia da Covid-19, è il mancato screening di una serie innumerevole di pazienti, che porterà all’aumento di molte patologie nei prossimi anni.
Per questo motivo, appena il prof. Pirisi ci ha proposto di aiutarlo ad aumentare, grazie a un nuovo macchinario, la sorveglianza sui pazienti che potrebbero sviluppare una forma di epatocarcinoma ci siamo subito resi disponibili all’acquisto di materiale (biomarcatori) che ne permettesse l’utilizzo .
Ringrazio ancora una volta la Direzione e tutto il personale, per il fondamentale lavoro che svolge, e tutte le persone che ci sostengono in queste importanti iniziative».
Per il direttore generale dell’Aou, il dott. Gianfranco Zulian, «il progetto è particolarmente significativo ed è molto importante che un aiuto fondamentale per la sua realizzazioni arrivi dalla Fondazione Franca Capurro, ancora una volta molto sensibile alle esigenze del nostro ospedale».

29 Novembre 2021
“Storie di donne che combattono”
Giovedì 2 dicembre 2021, alle ore 20.45 presso l’Aula Magna dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara, in corso Mazzini, 18, si terrà l’evento “Storie di Donne che combattono in Silenzio”, storie di vita raccontate dai componenti del gruppo di lavoro aziendale sulla prevenzione alla violenza contro le donne, intervallate dall’esecuzione di brani musicali.
Ingresso gratuito muniti di green pass.
Prenotazione obbligatoria al numero 0321-3734112 attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 15.00

25 Novembre 2021
Giornata di studio e riflessione sul tema: “Impedire la cultura – una violenza sommersa”
Novara, 24 novembre 2021 – In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Università del Piemonte Orientale, con promotrici dell’evento la prof.ssa Patrizia Zeppegno (direttrice della Struttura di Psichiatria dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Novara, Dipartimento di Medicina Traslazionale UPO), la prof.ssa Fabrizia Santini e la prof.ssa Roberta Lombardi (Dipartimento di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economiche e Sociali UPO), ha organizzato ieri, martedì, una giornata di studio e riflessione sul tema: “Impedire la cultura – una violenza sommersa”. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Novara, dal Comune di Alessandria, dalla Consulta Pari Opportunità di Alessandria, dal Club Soroptimist, dall’Azienda Ospedaliera di Alessandria, dal Centro Studi Cura e Comunità per le Medical Humanities e naturalmente dall’Aou di Novara.

22 Novembre 2021
Hackability consegna all’Unità spinale di Novara la prima stampante 3D
Il macchinario consentirà di realizzare soluzioni personalizzate in grado di garantire maggiore autonomia a coloro che hanno subito una lesione del midollo. I terapisti occupazionali che hanno seguito il workshop ora potranno lavorare con minor dispendio di tempo e denaro.
Novara, 22 novembre 2021 – Grazie al progetto Tech4Inclusion di Hackability, Novara avrà la sua prima stampante 3D, realizzata con Deltacom. È stata consegnata questo pomeriggio all’Unità spinale guidata dal direttore Maurilio Massara.
Per spiegarne l’utilità bisogna fare una premessa: dopo una lesione al midollo spinale, la riabilitazione permette di acquisire nuove abilità motorie per eseguire gesti anche semplici come mangiare, pettinarsi.
Così i fisioterapisti fanno spesso ricorso a ortesi, tutori adattati alla singola persona.
Per realizzarli devono passare giorni a modellare a mano le termoplastiche.
Tutto ciò con evidenti limiti: un grande impiego di tempo e di energia, e poi l’impossibilità di avere un archivio, di ricostruire una seconda ortesi identica alla prima, di poterla condividere con fisioterapisti di altre Unità spinali. Tutto ciò sarà risolto grazie al cloud e alle stampanti 3D.
Il personale sanitario di Novara è già stato messo in condizione di realizzare oggetti come forchette, spazzole, pomelli o contenitori, studiati, apposta, per le esigenze delle persone con disabilità, partendo da un disegno digitale facilmente modificabile.
Tutto ciò è avvenuto grazie a dei corsi tenuti da Hackability, la non profit nata a Torino nel 2016 con l’obiettivo di mettere tecnologia e creatività al servizio della disabilità.
Grazie al lungo workshop con esercitazioni pratiche, i terapisti hanno imparato a progettare nuovi oggetti, mentre quelli già in uso sono stati trasformati dai tutor della non profit, quasi tutti maker, designer, studenti e studentesse del Politecnico di Torino, in file digitali, condivisi tra le tre Unità Spinali, facilmente personalizzabili e stampabili in 3 D dai terapisti stessi.
“L’idea di Tech4inclusion è nata, come sempre, dal basso parlando con le persone con disabilità, con i caregiver, con il personale medico – racconta Carlo Boccazzi Varotto, coordinatore di Hackability – Ci hanno raccontato, loro, come gran parte dei terapisti italiani, per realizzare piccoli presidi personalizzati utilizzi, ancora, la termoplastica, una plastica modellabile molto costosa, con loro abbiamo progettato questo lungo workshop che ha visto impegnati maker e designer di tutta Italia e sta suscitando interesse da parte di molti ospedali del Paese“.
“Dopo una lesione al midollo spinale, la riabilitazione permette di acquisire nuove abilità motorie per
eseguire quei gesti anche semplici. – spiega il direttore della Unità spinale di Novara, Maurilio Massara – Con i nuovi macchinari forniti da Hackability il lavoro delle Unità spinali, luogo da cui si avviano i collegamenti per facilitare l’inclusione della persona con lesione midollare e favorirne il reinserimento nella società, sarà facilitato”.
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