La spiccata variabilità atmosferica, ha determinato generali abbassamenti delle concentrazioni polliniche in regione. In tutto il territorio piemontese la presenza delle Gramineae, in particolare, e delle Oleaceae (olivo, frassino e altre specie coltivate) è molto significativa toccando frequentemente concentrazioni mai così elevate; infatti nelle stazioni di Alessandria, Novara e Omegna si sono registrati rispettivamente 702, 543 e 402 pollini al m³ d’aria per la sola famiglia delle Gramineae. Sono presenti a livelli ugualmente elevati in diverse zone del nostro territorio anche le Fagaceae (quercia, faggio) e le Pinaceae (pino, larice). Toccano solo occasionalmente concentrazioni elevate le Polygonaceae (romice), le Urticaceae (parietaria) e le Salicaceae (salice, pioppo) generalmente a livelli medio bassi o assenti. Le Plantaginaceae (lanciola, piantaggine) si manifestano a medio basse concentrazioni, ma in modo discontinuo, così come le Betulaceae (ontano, betulla). In via di esaurimento il polline di Ulmaceae (olmo, bagolaro) e Platanaceae; sempre a livelli bassi e saltuari si rinvengono Chenopodiaceae/Amaranthaceae, Compositae, Corylaceae (carpino bianco e c. nero), Cupressaceae/Taxaceae (cipresso, tasso) e Aceraceae. 

Avviso all'utenza: le stazioni di Alessandria e di Vercelli non dispongono di una serie storica di dati, quindi la tendenza non è elaborabile.
 
Informiamo che le stazioni di Bardonecchia e di Tortona non sono attive.
 
I pollini delle graminacee e delle oleacee sono a livelli elevati in tutta la Regione anche se le piogge ne hanno modificato l’andamento alternando picchi di polline a cali repentini della loro concentrazione.
Le oleacee sono una famiglia rappresentata non solo dagli olivi ma da frassino, gelsomino, ligustro. Considerando anche queste piante della stessa famiglia, e l’impianto di olivi per scopi ornamentali e produttivi, si comprende il livello molto elevato del loro polline.
Nella pratica clinica è frequente il riscontro di dubbi sull’uso degli antiallergici: taòi farmaci vanno assunti dai primissimi sintomi tipici che gli allergici ben riconoscono. Aspettare, “resistere”, avere paura degli spray o dell’antistaminico è un comportamento che consente alla malattia di continuare a manifestarsi, anche più intensa nei giorni successivi.
In ogni caso, a diagnosi certa, è opportuno considerare e utilizzare l’unica cura riconosciuta a livello internazionale come capace di modificare la storia naturale delle allergie da pollini, e non solo, la terapia iposensibilizzante specifica.  

Bollettino pollini 6 maggio