Novara, 22 maggio 2017 – La malattia tromboembolica è caratterizzata nelle sue manifestazioni acute dalla trombosi venosa profonda e dall’embolia polmonare e nella fase di eventuale cronicizzazione dalla sindrome post trombotica e dall’ipertensione polmonare post trombotica.

La necessità di razionalizzare le risorse e l’esigenza di uniformare i comportamenti medici su problematiche che uniscono trasversalmente numerose specialità mediche e chirurgiche ha fatto si che si formasse un gruppo di lavoro multidisciplinare improntato alla ricerca dell’appropriatezza clinica e prescrittiva e quindi fondato su solide basi scientifiche.

Il “Gruppo di lavoro sovrazonale per la terapia antitrombotica” è stato istituito alla fine del 2014 dall’assessorato alla Sanità della regione Piemonte.
E’ stato individuato come referente del gruppo di lavoro il dottor Mauro Campanini direttore della struttura complessa a direzione ospedaliera Medicina interna 2 dell’Azienda ospedaliero-universitaria Maggiore della Carità di Novara.
Collaborano con il dottor Campanini gli specialisti: dottoressa Re (Novara), dottoressa Donatella Chiarinotti (Novara), dottoressa Maria Cristina Bertoncelli (Vercelli), dottoressa Bosetti (Vercelli), dottor Gusmaroli (Biella), dottor Cappuccia (Verbania, Domodossola), dottor Marcolongo (Biella), dottor Parravicini (Borgomanero).
Il progetto iniziale del gruppo di lavoro si è in seguito progressivamente incrementato interagendo con i vari colleghi interessati nella pratica quotidiana.

La trombosi venosa profonda (TVP) è dovuta alla formazione di un trombo, cioè di un coagulo di sangue, in una vena del sistema profondo.
Il coagulo occlude la vena del tutto o in parte determinando un ostacolo alla normale circolazione venosa, con conseguente aumento della pressione della zona.
L’ embolo è una parte di questo coagulo che si distacca e, seguendo il torrente circolatorio va a depositarsi un altri vasi (generalmente nel polmone) limitando il flusso ematico e creando l’embolia polmonare.
Tra le cause di insorgenza di trombosi troviamo tre fattori determinanti:
– la stasi venosa: favorita da permanenza a letto, da ingessature o tutori, da pronunciata mancanza di liquidi o da una malattia venosa già presente;
– i danni vascolari : in particolar modo legate alla chirurgia, oppure da lesioni , flogosi, o da alterazioni delle vene delle gambe legate all’età (per esempio vene varicose);
– l’aumentata tendenza alla coagulazione: aumenta con l’età, con il sovrappeso, in gravidanza, nel puerperio e nei fumatori

Il tromboembolismo venoso (TEV) rappresenta una patologia con notevole incidenza, prevalenza, mortalità e morbilità; è frequente nella popolazione anziana, nei pazienti allettati e in coloro che hanno patologie acute inoltre abbiamo a disposizione efficaci misure profilattiche e terapeutiche.
E’ necessario poter arrivare ad una diagnosi precoce per poter attuare un trattamento tempestivo per tre motivi:
– ridurre la morbilità e mortalità connesse con le manifestazioni acute
– ridurre le recidive
– ridurre l’incidenza della sindrome post-flebitica e dell’ipertensione polmonare post trombotica
Tra i farmci a disposizione del nostro armamentario abbiamo: le eparine, il dicumarolici (warfarin) , il fondaparinux e i nuovi anticoagulanti.

La fibrillazione atriale (FA) è un aritmia cioè un alterazione del ritmo cardiaco con eziopatogenesi spesso multifattoriale caratterizzata da attivazione elettrica caotica di una parte del cuore e dell’aumentato rischio tromboembolico arterioso legato alla possibilità di formare coaguli intracardiaci in relazione all’attivazione cardiaca non regolare.
La FA è il risultato di numerose patologie cardiache ed extracardiache come le valvulopatie, l’ipertensione arteriosa, le cardiopatie, le alterazioni della funzionalità della tiroide ecc.
Tra i trattamenti cardine della FA ci sono i farmaci antiaritmici e, anche in questo caso i farmaci anticoagulanti come i dicumarolici, i nuovi anticoagulanti e in alcune brevi fasi della malattia anche le eparine a basso peso molecolare (es nel periodo perioprocedurale).
Anche la sostituzione di valvole cardiache con protesi valvolari necessità per un periodo breve o (in base al tipo di valvulopatia) in cronico dell’utlizzo di terapia anticoagulante per prevenire anche in questo caso embolizzazioni arteriose o danni a livello della protesi valvolare stessa.

Inizialmente il gruppo di lavoro ha deciso di affrontare vari argomenti della terapia anticoagulante (in particolare i nuovi anticoagulanti orali).
Successivamente in relazione alla necessità di razionalizzazione di farmaci altospendenti (come le eparine a basso peso molecolare) si sono fornire indicazioni riguardo la profilassi antitrombotica sia in ambito medico che chirurgico, per poi arrivare a la gestione perichirugica della terapia anticoagulante e della terapia antiaggregante allo scopo di fornire uno strumento, basato sulle evidenze scientifiche della letteratura, che permettesse di rendere omogeneo il comportamento clinico in tutte le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali dell’area vasta del Piemonte nord orientale.

Ogni argomento è stato affidato a un colleghi, del gruppo di lavoro, che avessero sviluppato la maggiore competenza ed esperienza clinica sullo stesso e successivamente l’elaborato prodotto è stato condiviso con tutti i membri del gruppo in modo di svolgere puntualmente lavoro di verifica e controllo da parte di tutto il gruppo di lavoro con la produzione di algoritmi decisionali .

A tale attività si affianca il lavoro svolto quotidianamente presso il centro TAO (terapia anticoagulante orale) dai medici della S.C.D.O. Medicina II in collaborazione con i colleghi della SC.D.U. Ematologia della “Azienda Ospedaliero Universitaria Maggiore della Carità”di Novara per il consueto monitoraggio dei valori dei parametri ematici necessari per la gestione e il follow up dei pazienti (circa 1000 persone) in terapia cronica con i dicumarolici (coumadin e sintrom).
A ciò si aggiunge l’attività continuativa di esecuzione di diagnostica eco-colordoppler giornaliera delle malattie venose vascolari e della prescrizione e follow up di pazienti in terapia con i nuovi anticoagulanti svolta dai medici della Medicina II.

 

A cura del dottor Mauro Campanini
Direttore del dipartimento Medico dell’AOU Maggiore della Carità di Novara
e referente regionale “Gruppo di lavoro Interaziendale trombosi”
e della dottoressa Roberta Re
Dirigente medico S.C.D.O. Medicina interna 2 dell’ AOU Maggiore della Carità di Novara
e membro del “Gruppo di lavoro Interaziendale trombosi”